Oggi, 22 marzo, si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita nel 1993 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Quest’anno il tema è Water for all – Leaving no one behind (“Acqua per tutti, non lasciamo indietro nessuno”), che si ispira al sesto dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, ovvero «garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie entro il 2030».
«L’acqua è un bene prezioso e la sua importanza è tale da essere ormai soprannominata “oro blu” – ha dichiarato il consigliere della Regione Lombardia Riccardo Pase, nonché presidente della Commissione Ambiente – Anche in regioni come la nostra, che sono morfologicamente ricche di risorse idriche, le variazioni climatiche stanno creando non poche criticità andando a intaccare settori come quello agricolo ad esempio, che negli ultimi anni ha subito delle ondate di siccità compromettendo la resa di interi settori produttivi e incidendo fortemente sugli ecosistemi».
Più di due miliardi di persone nel mondo vivono senza avere in casa quella che le Nazioni Unite definiscono “acqua sicura”, cioè un servizio di acqua potabile gestito in piena sicurezza, come l’acqua accessibile nei locali, disponibile quando necessario e priva di contaminazioni. Un discorso che riguarda da vicino anche i borghi italiani, molti dei quali fanno dell’acqua il principale strumento, oltre che di sostentamento vitale, anche di attrazione turistica. Borghi marinari come Camogli (in provincia di Genova, nella foto sopra), Polignano a Mare (Bari), o Stintino (Sassari); oppure borghi lacustri come Orta San Giulio (Novara), Bellagio (Como) o Monte Isola (Brescia); o ancora borghi che sorgono sulle rive di un fiume come Bard (Aosta) Dolceacqua (Imperia, nella foto sotto) o Borghetto sul Mincio (Verona). Piccoli paesi, autentici gioielli d’Italia, che hanno “sete” di turismo.
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