Maratea

Incastonata tra le montagne della Basilicata e il blu intenso del Mar Tirreno, Maratea è un gioiello dal fascino senza tempo. Conosciuta come la “Perla del Tirreno” e celebre per le sue 44 chiese, unisce natura incontaminata, spiritualità e tradizione in un paesaggio unico, dove il mare si fonde con la storia e la cultura.

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Maratea
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Maratea
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Maratea
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Maratea
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Porto di Maratea
Salvatore Monetti
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Cristo Redentore di Maratea
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Porto di Maratea
valtercirillo
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Maratea
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Maratea
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Maratea
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Maratea
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Maratea

Adagiata sulle pendici del Monte San Biagio e affacciata su uno dei tratti più suggestivi del Mar Tirreno, Maratea è un borgo di straordinaria bellezza che unisce arte, natura e spiritualità. Conosciuta come la Perla del Tirreno e la città delle 44 chiese, è l’unico centro della Basilicata ad avere uno sbocco sul Tirreno, vantando ben 32 chilometri di costa, tra baie incantate, promontori scoscesi, grotte marine e spiagge lambite da acque cristalline.

Il paesaggio costiero di Maratea è un autentico spettacolo: calette selvagge e intime si alternano a lidi attrezzati e facilmente accessibili, offrendo un ampio ventaglio di soluzioni per chi cerca relax o avventura. Tra le spiagge più iconiche spiccano quella di Fiumicello, incorniciata da vegetazione mediterranea, la spiaggia nera di Cala Jannita, e la Baia delle Sirene, raggiungibile solo via mare. I fondali marini, intatti e ricchi di biodiversità, sono un paradiso per gli appassionati di immersioni.

Sovrasta l’intero territorio la maestosa statua del Cristo Redentore, alta 22 metri e seconda solo a quella di Rio de Janeiro, collocata sulla vetta del Monte San Biagio a 650 metri d’altitudine. Qui si trova anche la Basilica di San Biagio, costruita sui resti dell’antica Maratea e custode delle reliquie del santo patrono, arrivate – secondo la tradizione – nel 732 su una nave proveniente dall’Armenia.

Il centro storico, detto Il Paese, è un agglomerato di vicoli pittoreschi, case addossate le une alle altre, scalinate e angiporti che si aprono su scorci mozzafiato. Qui, ogni pietra racconta secoli di storia: dal Medioevo ai moti risorgimentali, passando per l’epoca normanna e il dominio angioino. Di grande fascino sono gli antichi palazzi nobiliari come Palazzo De Lieto, già ospedale civile, Palazzo Gennari e Palazzo D’Orlando, testimoni di un passato nobiliare e colto.

Maratea vanta un patrimonio artistico e religioso unico: le sue 44 chiese, cappelle, monasteri e eremi – tra cui le suggestive Chiesa di Santa Maria Maggiore, la Chiesa dell’Immacolata e l’antichissima Chiesa di San Vito – sono custodi di affreschi, statue, altari barocchi e storie di fede che attraversano i secoli. Tra le tappe imperdibili c’è anche la Grotta dell’Angelo, antico luogo di culto nascosto tra le radure del monte.

Il territorio è segnato anche da una presenza archeologica rilevante: resti di ville romane come quella della Secca di Castrocucco, necropoli, e testimonianze dell’antica Marathìa risalente all’epoca enotria e romana, tra cui spiccano le grotte marine e terrestri – ben 131 – molte delle quali ancora inesplorate. La più famosa è la Grotta di Marina, con spettacolari stalattiti e stalagmiti.

Il porto turistico di Maratea, moderno e funzionale, è un importante punto di approdo per i diportisti, ma anche luogo d’incontro per chi vuole godere della vivacità delle serate estive, tra locali affacciati sul mare e ristoranti che propongono le eccellenze della cucina lucana. Da non perdere le salsicce marateote, prodotte artigianalmente e conservate sott’olio o in sugna, vero fiore all’occhiello della gastronomia locale.

A breve distanza si possono esplorare le vette del Parco Nazionale del Pollino, i borghi dell’entroterra lucano, o spingersi fino al Parco del Cilento e Vallo di Diano, patrimonio UNESCO, per un viaggio tra natura, storia e cultura.

Maratea è molto più di una località turistica: è un borgo sospeso tra cielo e mare, dove ogni scorcio è una cartolina, ogni pietra una pagina di storia e ogni esperienza un ricordo da portare nel cuore. Una destinazione ideale per chi cerca una vacanza completa: rilassante ma stimolante, spirituale e autentica, all’insegna della bellezza e del rispetto per la natura e le tradizioni.

Borgo di Maratea
Comune di Maratea
Provincia di Potenza
Regione Basilicata

Abitanti: 5.139 marateoti
Altitudine centro: 300 m s.l.m.

il Comune fa parte di:
I Borghi più belli d'Italia
Città dei sapori
Unione Lucana del Lagonegrese

Riconoscimenti:
Bandiera Blu

Il Comune
Piazza Biagio Vitolo 1 - Tel. +39 0973 874111

Area di sosta camper
Bandiera Blu
Borghi più belli d'Italia
Borgo di mare
Borgo fantasma
Castello di Castrocucco
Castrocucco, Maratea, SS 18 Tirrena Inferiore - 85046 - Maratea - Potenza
Area archeologica Isola di Santo Janni
Isola di Santo Janni, località  Grotte, 21 - Maratea - Potenza
Eremo-della-Madonna-degli-Ulivi
Via Castello, 2 - Maratea - Potenza
Basilica di San Biagio
Via Castello, 1 - Maratea - Potenza
Chiesa di Santa Maria Maggiore
Via sotto il Campanile Maggiore, 1 - Maratea - Potenza
Chiesa dell'Addolorata, Maratea
Via San Pietro - Maratea - Potenza
Statua del Cristo Redentore
Via Castello, 1 - Maratea - Potenza
Villa Nitti
SS18 Tirrena Inferiore, 79, località  Acquafredda - Maratea - Potenza

La cucina tipica di Maratea è un misto di sapori di frutti della terra e del mare. Le antiche ricette marateote, di cui alcune sono scomparse perché sostituite dalle moderne abitudini alimentari, sono basate su tradizioni che legavano un determinato piatto a un certo periodo dell'anno o a una occasione particolare. Tra le varie pietanze, meritano una menzione particolare le lagàne: queste sono un particolare impasto di farina, olio, sale e uova, tagliato in strisce di 2,5 cm di larghezza. Queste derivano direttamente dalle lagàni degli antichi Romani. Tra le ricette più comuni, troviamo:

  • Zirpule (zeppole). Dolce tipico della tradizione natalizia marateota, unico nel panorama regionale per impasto e preparazione, si presenta a forma di 8 oppure di e, vanno consumate calde, ricoperte di miele locale oppure di zucchero a granelli.
  • Mozzarelle di Massa. Un tipo particolare di mozzarella, lavorata con metodo artigianale ed intrecciata stretta, va consumata nell'arco di un giorno dalla preparazione.
  • Lagàne e ciciri (lagàne e ceci). Dopo aver fatto stare a mollo i ceci per una notte intera con l'aggiunta di un cucchiaio di bicarbonato, si lessano in acqua abbondante e a fuoco lento insieme a del sedano. Successivamente friggere della pancetta con olio, aglio, pomodoro e prezzemolo. Poi unire le lagàne ai ceci e far cuocere per qualche minuto, quindi servire con peperone e pepe. Questo piatto veniva tradizionalmente consumato il mercoledì delle Ceneri.
  • Frittata 'i cipuddine (frittata di cipolline). Si prepara come una frittata con patate fritte, sostituendo alla patate le cipolline. Questo piatto veniva tradizionalmente consumato il giorno di pasquetta.
  • Vermicelli cu' i patedde (vermicelli con le patelle). Preparare il sugo con le patelle ripulite, e poi servire con i vermicelli.
  • Alici a' scapice (alici alla scapece). Friggere le alici fino a che diventino dorate. Successivamente versare sopra una marinata di olio, aglio, origano e pepe. Dopodiché aggiungere menta fresca e fare riposare per un giorno. Così preparato, il piatto può conservarsi per oltre una settimana. Questo piatto veniva tradizionalmente consumato durante le festività di San Biagio.
Traslazione delle reliquie di San Biagio

Dura dal primo sabato di Maggio alla seconda domenica del mese. Viene celebrato l'arrivo delle reliquie del santo a Maratea, avvenuta, secondo alcuni, nel mese di maggio del 732. Nel 1695 venne istituito, con il consenso del vescovo della diocesi di Cassano allo Ionio, il protocollo della manifestazione.

Il primo sabato del mese si tiene la prima processione della statua argentea del santo, detta San Biagio va per la terra, che si svolge per le strade del Castello. Dopo alcuni giorni di preghiera, il secondo giovedì del mese si svolge la seconda processione, detta San Biagio scende dal Castello, in cui la statua viene trasportata, attraverso un antico sentiero, dal Castello al Borgo. Questa è una processione davvero particolare, in quanto il simulacro del santo viene coperto da un panno rosso fino all'arrivo alla località detta Capo Casale: ciò avviene poiché l'atto del passaggio della statua tra le due parrocchie di Maratea è qualcosa di strettamente privato, come stabilito nel 1781 dopo una lite tra i due parroci, infatti il prete che porta la statua non indossa né cotta né stola. A Capo Casale la statua viene spogliata e consegnata alla responsabilità del sindaco, che qui consegna al santo le chiavi della città, rendendolo simbolicamente la massima autorità di Maratea. Subito dopo la statua viene trasportata nella chiesa di Santa Maria Maggiore.

Il secondo sabato di maggio si tiene la terza processione, in cui il busto argenteo di San Biagio attraversa in pompa magna le strade del Borgo. Arrivati alla domenica che segue, si tiene l'ultima processione, detta San Biagio torna al Castello, in cui la statua, nuovamente coperta dal manto rosso, ripercorre all'indietro l'antico sentiero per ritornare alla Basilica al Castello, sua sede abituale. In seguito alla ricollocazione della statua nella Basilica, avviene saltuariamente il fenomeno della Manna, certificato già in una bolla papale del 1562.

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