Geraci Siculo è un incantevole borgo situato nel cuore della Sicilia, nella meravigliosa provincia di Palermo. Celebre per le sue affascinanti bellezze naturali e il ricco patrimonio storico-culturale, Geraci Siculo è un tesoro nascosto che aspetta solo di essere scoperto.
Nidificato tra le montagne delle Madonie, Geraci Siculo vanta un'ubicazione priva di rivali, offrendo scorci panoramici di una bellezza inimmaginabile. Questo paese arroccato a circa 1.000 metri sul livello del mare offre una vista mozzafiato sulle valli circostanti e sul maestoso Parco delle Madonie.
Con la sua ricca storia, Geraci Siculo maneggia sapientemente tradizione e cultura, offrendo un'esperienza ineguagliabile a tutti coloro che intendono esplorare l’autenticità siciliana. Di origini antichissime, questa perla siciliana ha svolto un ruolo significativo nelle varie epoche storiche, dai Bizantini, agli Arabi, ai Normanni sino alla famiglia Ventimiglia, che la elesse a capitale del proprio feudo.
Il fascino di Geraci Siculo però non si limita alla sua storia. Questo borgo è infatti rinomato per il suo Castello, le sue architetture religiose, i suoi eventi tradizionali e i suoi prodotti culinari.
Storia di Geraci Siculo: Una calotta di segreti antichi
Geraci Siculo è un antico borgo siciliano le cui radici affondano nel VI secolo a.C. durante l'epoca di colonizzazione greca della Sicilia. Questo affascinante paese, allora chiamato "Jerax" (avvoltoio in greco), deve il suo nome alla presenza assidua di tali magnifici uccelli predatori nelle sue vicinanze.
Nel IX secolo d.C., durante l'espansione musulmana, Geraci Siculo, grazie alla sua posizione strategica, diventa uno dei centri più importanti dell'entroterra siciliano. L'arrivo dei Normanni nel XI secolo e la conquista di Ruggero I infonde un nuovo dinamismo culturale e politico nel borgo.
La vera rivoluzione nella storia di Geraci Siculo avviene con l'avvento della dinastia dei Conti di Ventimiglia nel 1252. La "Contea di Geraci" acquisisce prestigio e popolarità sotto la loro guida, fino a diventare un Marchesato nel 1438. Malgrado sia divisa nel 1391 tra Enrico e Antonio, figli di Francesco II di Ventimiglia, e malgrado la progressiva perdita di importanza politica ed economica rispetto a Castelbuono, Geraci Siculo mantiene un ruolo fondamentale nella gestione del territorio.
Tuttavia, alla fine del XVI secolo, il declino dei Ventimiglia sommersi da debiti e in difficoltà economica, segna inevitabilmente il declino di Geraci. Dal XVIII secolo fino ai giorni nostri, Geraci Siculo ha seguito le sorti della Sicilia, partecipando a tutti gli avvenimenti storici più significativi, dalle guerre mondiali all'indipendenza dell'Italia.
Scopri i punti d'Interesse di Geraci Siculo
Passeggiare attraverso i suoi vicoli medievali e piazzette permette di scoprirla in tutto il suo splendore.
Uno degli immancabili punti d'interesse di Geraci Siculo è il maestoso "bevaio" della Santissima Trinità, opera voluta dal marchese Simone Ventimiglia, che accoglie i visitatori poco fuori dal centro abitato.
Raggiungendo il cuore del borgo, troverete i resti del castello, un edificio di probabile origine bizantina trasformato in seguito in fortezza militare. Tra i ruderi del castello si trova l'antica chiesa di Sant'Anna, antica cappella dei Ventimiglia, e la chiesa di San Giacomo, dove si conservano numerose preziose opere, tra cui un affresco bizantino del XIV secolo.
Percorrendo le tipiche viuzze medievali, si giunge a piazza del Popolo, dove si trovano la chiesa del Collegio di Maria e la chiesa di Santa Maria Maggiore, custode di numerose opere d'arte pregevoli, tra cui sculture di marmo e opere lignee siciliane del XVII e XVIII secolo.
Continuando il tour di Geraci Siculo, si incontra la chiesa seicentesca di Santo Stefano, con il suo caratteristico campanile, e la chiesa di San Bartolomeo, dove spicca un legno policromo intarsiato raffigurante il santo, datato al secolo XVIII. La visita si conclude con la piccola chiesa di Santa Maria La Porta, che custodisce uno splendido polittico in marmo policromo dell'altare maggiore, capolavoro della bottega dei Gagini.