Il borgo di Offida è posto interamente tra le valli del fiume Tesino (a nord) e del fiume Tronto (a sud). Il centro abitato deve la sua pianta irregolare allo sperone roccioso sul quale sorge, ritagliato dai due rami sorgentizi del torrente Lama, affluente di sinistra del Tronto.
Piuttosto dibattute sono le origini di Offida. Lo stesso toponimo è oggetto di diverse interpretazioni e non aiuta a formarsi un'idea certa su come sia sorto il centro abitato. Nel territorio offidano sono presenti tombe picene (VII-V secolo a.C.) e vestigia romane, ma non c'è traccia storica certa fino al 578 d.C. quando gli ascolani in fuga per l'invasione longobarda fondarono diversi castelli nei colli piceni, compresa Offida. Al 1039 risale la prima testimonianza storica certa, quando Longino d'Azone cede all'Abbazia di Farfa il castello di Ophida.
Il borgo di Offida si caratterizza per i resti delle sue mura medievali, mentre della rocca cinquecentesca restano un tratto di muraglia e due torrioni cilindrici. Di notevole interesse risulta la chiesa di Santa Maria della Rocca, con la sua suggestiva posizione, il Monastero di San Marco, la Chiesa della Collegiata e il Santuario del Santo Bernardo.
Dal punto di vista delle tradizioni culturali Offida è famosa per il suo Carnevale e per l'arte del Merletto a Tombolo. Il Carnevale, di origini antichissime, è caratterizzato da manifestazioni molto originali, che traggono origine probabilmente dai saturnali romani. Le testimonianze storiche si hanno a partire dal Cinquecento, quando il carnevale ha il suo massimo splendore in grandi città come Roma e Venezia. Le principali manifestazioni che caratterizzano oggi il carnevale offidano sono essenzialmente due: il bove finto e i vlurd. L'arte del merletto a tombolo, dal latino tumulus cioè tumolo, è una tradizione che si tramanda da almeno cinque secoli da madre in figlia. Per realizzare manualmente il pregiato merletto occorrono pochi strumenti: un tombolo, cioè un rullo lungo circa 30 centimetri e dal diametro di 20 centimetri; una prebenda, dal latino prae habere, tenere davanti, così chiamata ancora in dialetto, cioè il reggitombolo a tre piedi, filo, spillini di ottone argentato e parecchie coppie di fuselli.
Le prime testimonianze storiche dell'uso del tombolo a fuselli, per la realizzazione di pregiati merletti, risalgono al Cinquecento, ma alcune opere pittoriche, insieme ad altre tracce, lasciano pensare che la tradizione fosse già salda almeno due secoli prima. Nel 1600 il merletto offidano era famoso per la ricercatezza e per la qualità. L'istituzione di una scuola del merletto risale al 1910, ma non fu un'esperienza felice per la resistenza culturale secondo la quale erano le mamme a dover insegnare alle figlie l'arte di lavorare a tombolo. Da non perdere una visita al Museo dedicato a questa antica arte.
Oltre che per il Rosso Piceno e l'Offida Pecorino DOC, Offida è famosa per alcune specialità culinarie. In particolare sono da segnalare i "funghetti", mentre è di recente stata riscoperta e rilanciata con un'apposita sagra un'altra specialità caratteristica: il "chichì ripieno". I primi sono un dolce e si presentano come dei tortini di forma tondeggiante irregolare, sul quale emergono delle forme bianche, simili a cappelle di funghi, dure e cave all'interno. Gli ingredienti sono farina, acqua, zucchero, albume d'uovo e semi di anice che conferiscono il caratteristico sapore. Un dolce povero e antico che si conserva per lungo tempo e riacquista morbidezza se lo si riscalda. Chichì ripieno, invece, è una focaccia, o più propriamente una "schiacciata", in pasta di pane sottile, forma tonda e piatta, viene riempita tradizionalmente con tonno, alici, capperi e peperoni tritati.