È l’inconfondibile sagoma della Serra Morenica a caratterizzare la parte di terre canavesane che ci portano dalla periferia nord di Torino verso la Valle d’Aosta. Un’alternanza di pianure coltivate, poggi, borghi e castelli ci accompagna fino ai piedi dei monti.

Sono Settimo Vittone e Carema gli ultimi centri piemontesi che incontriamo prima di approdare nella regione alpina.

Il borgo di Pont-Saint-Martin, che ci dà il ben venuto in valle, è la porta della regione e della valle del Lys, una delle valli del Monte Rosa.

Una manciata di chilometri, con vista sui vigneti di Donnas ed eccoci a Bard, l’imponente fortezza arroccata su uno sperone di roccia dalle pendici bagnate dalle acque della Dora Baltea.

Il borgo di Bard

Magnifico esempio di architettura militare, il forte, che mantiene i caratteri originari di alcune strutture, propone l’interessante Museo delle Alpi, il cui percorso espositivo si sviluppa su ben trenta stanze. Il museo racconta attraverso suoni, video e ricostruzioni tridimensionali, una montagna vissuta e trasformata dalla mano dell’uomo. Diviso in quattro sezioni, tra cui una dedicata alla natura alpina, una alla genesi delle Alpi, quella alla civiltà alpina dall’età del bronzo alla fine dell’Ottocento, e quella al periodo che inizia dalla scoperta romantica delle Alpi fino al turismo di massa. Da non perdere nel complesso del forte anche l’interessante Museo delle Fortificazioni, quello delle Frontiere e le storiche Prigioni.

Delizioso il borgo incastonato alle pendici dello sperone roccioso sovrastato dal forte. Belle le sue case monumentali tra cui Casa Valperga, Casa Challant, Casa Ciucca, l’elegante palazzo dei nobili Nicole, Casa della Meridiana e la Casa del Vescovo.

Sosta golosa in uno dei suoi ristoranti dove ci concediamo un buon piatto di polenta concia ed un assaggio di genepy, tipico liquore locale ottenuto con la macerazione in alcool di artemisie alpine.

Lasciamo Bard, costeggiando la Dora, per proseguire verso l’alta valle. Il castello d’Issogne, quello di Verres e quello di Ussel ci accompagnano verso Aosta, capoluogo della regione situato in un’ampia conca nel cuore della regione.

Proseguiamo alla volta della valle del Gran San Bernardo. La vallata è dominata dalla sagoma del Gran Combin, uno dei quattromila di quest’angolo d’Alpi.

È il borgo di Etroubles il cuore della valle. Il suo centro medioevale è un museo a cielo aperto, un’autentica galleria d’arte permanente. Il pittore e scultore Salvatore Sebaste, il pittore Carlo Brenna, poi lo scultore francese Albert Feraud e l’artista svizzero Hans Erni, solo per citarne alcuni, sono i tanti artisti che hanno arricchito con le loro opere il borgo, i suoi angoli più caratteristici. 

Il borgo di Etroubles

Da anni, durante la stagione estiva, Etroubles è anche sede di numerose mostre di livello, con i maggiori artisti degli ultimi secoli come Picasso, Chagall, Degas, Diego e Alberto Giacometti, Favre e molti altri.

La storia del borgo racconta di genti in cammino alla volta di Roma, provenienti dal nord Europa, che transitavano nel cuore di Etroubles percorrendo la Via Francigena, a piedi, talvolta a cavallo o anche a dorso di mulo. Attraversavano quello che ancora oggi è uno dei borghi più belli delle Alpi, che nel 1800 fu addirittura attraversato dall’esercito Napoleonico, tra strade di ciottolato, i caratteristici fontanili, le abitazioni dai tetti di pietra, dominati dall’imponente campanile romanico quattrocentesco, dove merita una visita anche la chiesa parrocchiale, del 1815.

Non si può lasciare la valle del Gran San Bernardo senza essersi goduti un buon piatto di zuppa valpellinese. Ricetta antica preparata con pane, fontina, brodo di carne, burro e verza. Un piatto sostanzioso che accompagnamo con un Arnad Montjovet, vino rosso dal sapore asciutto tipico delle zone d’Arnad, Verrès, Issogne, Montjovet e Challand-Saint-Victor.

Dolce finale con qualche Tegola, i dolci a cialda croccanti e friabili, biscotti tipici regionali.

Sulla strada del ritorno, alla volta di Torino, la valle della Dora continua ad incantarci con monti, borghi e castelli arroccati. Il forte di Bard ci accompagna nell’ultimo tratto prima di approdare nuovamente nel Canavese, dominando il fondovalle.

Poi prende il sopravvento la pianura che ci porta fino alla periferia di Torino ed alla vista della sagoma inconfondibile della Mole Antonelliana.