Cinque borghi da scoprire per Halloween, atmosfere cariche di suggestioni e mistero, spiriti che aleggiano nei castelli e streghe che ammiccano dalle tenebre:
1. Triora (Imperia)
E’ per antonomasia “il borgo delle streghe”, è immerso nella smeraldina valle Argentina e si staglia a 900 metri d’altitudine. Il borgo ideale per festeggiare Halloween in un dedalo di carruggi nei quali tutto rimanda alle streghe e agli antichi rituali di magia, un intreccio di archi scavati nella roccia, stradine e scorci che prospettano su vicoli e si diramano nel centro storico.
Oggi Triora è un gioiello medievale, ma nel 1588 è stato teatro di uno dei più feroci processi alle streghe mai avvenuti in Italia: tutto è rimasto documentato negli atti che sono in mostra nel piccolo Museo Etnografico e della Stregoneria, e merita una visita anche la Cabotina, il casolare in cui sembra si riunissero le streghe. Un borgo da non perdere, Triora, proprio ad Halloween, la festa delle streghe per eccellenza. Qui celebrata addirittura con due giorni di eventi.
2. Fosdinovo (Massa Carrara)
Siamo in Lunigiana, precisamente tra le Alpi Apuane e la costa del Mar Tirreno. Fosdinovo è incastonato tra mare e collina ed è dominato da un maniero, citato anche nelle cronache dantesche della Divina Commedia. E’ il castello Malaspina, del XII secolo: pianta quadrangolare con quattro torri rotonde orientate, un bastione semicircolare, due cortili interni, camminamenti di ronda, giardini pensili e loggiati. Una dimora storica che ben si addice al “mood” di Halloween: pare, infatti, che nelle notti di plenilunio si materializzino presenze femminili lungo i camminamenti del castello. Le opzioni, si dice, potrebbero essere due: il fantasma della marchesa Cristina Adelaide Pallavicino – sembra avesse l’abitudine di gettare i suoi amanti dentro a un pozzo una volta finita la liason amorosa -, oppure il fantasma di Bianca Maria Malaspina, murata viva in una stanza del maniero.
3. Sermoneta (Latina)
Medievale e attorniata da un’imponente cinta muraria, Sermoneta è l’antica Sulmo – citata da Virgilio nell’Eneide –, e guarda dall’alto l’Agro Pontino. La signoria dei Catani ne fece un importante centro urbano medievale e a questo periodo risalgono il borgo, il duomo e il maniero, attorno al quale si raccoglie il borgo, con le case in pietra e il saliscendi di stradine a gradini. Una gemma da scoprire, il borgo antico, sul quale domina il castello Caetani – fra i più noti esempi di architettura difensiva del Lazio -, nel quale soggiornarono pontefici, sovrani e Lucrezia Borgia, la “signora dei veleni” E ad Halloween è un must visitare proprio la fortezza, nella quale sembra si aggiri il fantasma di un bambino rinchiuso e morto violentemente nel sotterraneo del castello. La voce popolare sostiene che si tratti del principino raffigurato in un quadro presente nella sala del Cardinale. La sua identità, in ogni caso, rimane un mistero.
4. Craco (Matera)
E’ nel cuore della Basilicata e le sue abitazioni diroccate dominano la valle come sculture dalla cima di un’altura rocciosa circondata da ulivi e calanchi. Craco è uno dei più celebri borghi fantasma d’Italia e la sua suggestione è proprio quella di essere sospeso nel tempo. Non ci sono case abitate, a Craco, e girare per il borgo è come ripercorrere le scene dei film e dei cortometraggi che l’hanno reso celebre: Craco, infatti, è stato set di film nazionali e internazionali del calibro di “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, “La Passione” di Mel Gibson, “Cristo si è fermato a Eboli” di Francesco Rosi, “King David” di Bruce Beresford e anche alcune scene di “Basilicata coat to coast” con Rocco Papaleo. E il borgo, per anni disabitato, sta ora conoscendo una nuova stagione con nuovi cenni di vita.
5. Pentedattilo (Reggio Calabria)
Un borgo che è un ricamo di pietra, incastonato fra le montagne aspromontane della costa jonica e adagiato su uno sperone a forma di mano. Ed è proprio dalla particolare formazione della rupe che deriva il nome di Pentedattilo: dal greco “penta” e “daktylos”, ovvero cinque dita, con la curiosa forma di un’enorme mano semi-chiusa e il palmo rivolto al cielo. A Pentedattilo c’è un interessante Museo delle Tradizioni Popolari, ma sono i misteri e le leggende che intrigano, di questo borgo. La principale ruota tutta intorno al castello e alla strage degli Alberti. Protagonisti due nobili famiglie: gli Alberti, marchesi del borgo, e gli Abenavoli, baroni del vicino borgo di Montebello Ionico. Si narra che la notte di Pasqua del 1686 le due famiglie furono protagoniste di una strage sanguinaria in nome di Antonietta Alberti e che quando Lorenzo Alberti fu colpito a morte dal barone, poggiò la mano alla parete, lasciando l’impronta delle cinque dita insanguinate. Mistero, storia e fantasia vogliono che questa mano sia tuttora visibile nella rupe di Pentidattilo quando, nel chiarore dell’aurora, le pareti di roccia infiammate dal sole si colorano di rosso.
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