Situata all’interno del Chiostro francescano, ospita varie tipologie di materiali, testimonianze del territorio circostante, per lo più provenienti da conventi degli ordini soppressi.
Il portale del museo francescano presenta in alto, scolpito in arenaria, lo stemma del simbolo: il braccio di Cristo, nudo, che si incrocia con quello di S. Francesco, vestito di saio.
Molti dei pregevoli testi che costituivano la Biblioteca del Convento dei Cappuccini, sono qui esposti lungo tutto il percorso delle quattro sale. La loro provenienza è accertata dall’iscrizione “Ex libris Biblioteca Capucinorum Montis Avium” tratteggiata a penna in alcuni libri.
Sono stati esposti libri scelti in varie discipline ordinandoli cronologicamente dal sec. XVI al XIX. Sono presenti volumi di letteratura, filosofia, medicina, teologia, giurisprudenza.
Tra i vari testi sono da segnalare tre incunaboli (documenti tipografici precedenti il 1501) tra cui la “Paulina” di Paulus de Middelburg, astronomo del duca di Urbino e vescovo di Fossombrone. E’ costituito da studi di storia e astronomia per calcolare con esattezza il giorno in cui far celebrare la Pasqua. Esso venne stampato nel 1513 dal forsempronese Ottaviano Petrucci, inventore dei caratteri mobili applicati alla stampa delle partiture musicali. Il pregio dell’opera è nei valori tecnico-artistici, nell’eleganza tipografica, nei bellissimi fregi xilografici che incorniciano le carte, le iniziali decorate con elementi floreali e faunistici e soprattutto la chiarezza del carattere che rivela la mano dell’artista incisore.
Tra le varie tele esposte è da segnalare un bozzetto per un dipinto attribuito a Pier Leone Ghezzi
(Roma 1674-1755), che raffigura il “Concilio Lateranense del 1725 ”con papa Benedetto XIII, cardinali e vescovi. Di pregevole fattura sono anche delle tele della scuola del Barocci tra cui una “Crocifissione” (olio su tela, sec.XVII) e una “Madonna con Bambino, S. Michele Arcangelo e S. Eleuterio” (sec. XVII) ambito di Claudio Ridolfi.
E’ possibile ammirare anche un ciborio ligneo, splendida opera di ebanisteria in legno intarsiato di ciliegio e osso, realizzata nel XVII secolo da Fra Liberato da Macerata e proveniente dalla chiesa del convento dei Cappuccini.
E’ visibile anche un tabernacolo del sec. XVII in stucco dipinto a tempera verde e arenaria, con finiture in oro, proveniente dalla attigua chiesa di S. Francesco.
Una panca policroma con sedile diritto e lineare (sec. XVIII) proveniente dal convento di S. Francesco (notare il simbolo francescano in alto). Le panche o cassapanche dipinte erano destinate ad arredare ingressi e ampie sale sia nei palazzi che nei conventi e costituiscono una tipologia di arredo ornamentale piuttosto diffuso nelle Marche e in Emilia.
Dentro le teche, numerosi frammenti di ceramica e maiolica testimoniano l’attività di tre fornaci operanti a Mondavio dal XIV secolo fino, probabilmente, al XVI secolo.
Oltre a mattonelle e coppi provenienti dalla chiesa di S. Francesco, sono poi, degne di nota alcune sculture in arenaria. Tre esemplari raffigurano il santo di Assisi: la statua più grande proviene dal convento dei Cappuccini e risale al XVI secolo. Di pregevole fattura anche la “Madonna di Loreto” (fine sec. XVI) anticamente collocata nella facciata del municipio. Queste sculture vennero, probabilmente, realizzate da scultori di S. Ippolito, piccolo paese vicino a Mondavio e patria di abilissimi scalpellini in cui si conservano ancora in loco belle e significative testimonianze.
Infine un bassorilievo del sec. XIV, scolpito nella pietra, attribuito a Michele da Firenze, raffigurante una “Madonna con Bambino”, situato fino ad alcuni anni fa, nella parete del chiostro.