Gavi, nelle terre dell’alessandrino, Castagneto Carducci, cuore della Maremma, Sirolo, perla delle terre del Conero, Venafro, nell’entroterra molisano e Sant’Agata dei Goti nel beneventano, sono cinque mete dove scoprire paesaggi straordinari e scoprire vini ricchi di storia. Tra i tesori d’Italia c’è il vino. Nettare straordinario, eccellenza esportata in ogni angolo del Mondo, dalle Alpi alla Sicilia se ne produce di bianco e di rosso, di leggero e di corposo, con e senza bollicine. Ogni regione ha i suoi luoghi di culto della produzione del vino, luoghi mitici ed angoli di storia, terra promessa di appassionati e intenditori. Scopriamo alcuni dei borghi del vino più belli d’Italia.
1. GAVI E IL SUO GAVI DOCG
Gavi è soprattutto il suo imponente forte e il suo prestigioso vino. Il Forte di Gavi è espressione e testimonianza della posizione strategica di queste terre. Costruito a più riprese a partire dal XII secolo, poteva ospitare fino a mille uomini. Baluardo difensivo del confine nord della Repubblica di Genova, Gavi e il suo forte dovettero affrontare numerosi assedi. Dai suoi bastioni si guardano gli Appennini ma soprattutto si ammirano i boschi e soprattutto quei vigneti che regalano il prestigioso Gavi DOCG. Dal colore paglierino più o meno intenso, e dal sapore asciutto, questo bianco delle terre alessandrine viene prodotto in tre diverse tipologie; tranquillo, frizzante e spumante.
Ottimo come aperitivo, da accostare a antipasti freddi, crostacei e frutti di mare ma anche a formaggi molli e minestre.
2. CASTAGNETO CARDUCCI E IL BOLGHERI SASSICAIA
Delizioso borgo della Maremma livornese, Castagneto Carducci è adagiato sulla sommità di un poggio su cui domina il Castello dei Conti della Gherardesca. Caratterizzato da vicoli e piazzette, il borgo, che prende parte del nome dal celebre Giosuè Carducci che, da bambino, vi abitò per alcuni anni dedicandovi alcune delle sue belle opere, è circondato da ulivi e vigneti, e regala straordinari affacci sul litorale. Castagneto Carducci è terra di uno dei più prestigiosi vini in assoluto, il Borgheri Sassicaia, vino DOC la cui produzione è consentita esclusivamente in una zona specifica del comune, prodotto esclusivo dell’azienda Tenuta San Guido. Di colore rosso rubino intenso, ha un odore ricco e maestoso e un sapore asciutto, pieno e robusto. Ottimo in abbinamento con il piccione arrosto, formaggi dal sapore deciso e con i filetti alla bordolese.
3. SIROLO E IL ROSSO CONERO
Straordinario borgo appoggiato sulle alture marchigiane, Sirolo regala scenari mozzafiato sul massiccio del Conero e sul litorale adriatico. Pittoresco il centro storico con locali e botteghe artigiane che si alternano a scorci suggestivi con sullo sfondo il mare e le colline che corrono verso l’entroterra.
Sirolo è zona tipica del Rosso Conero DOC, vino che viene prodotto nella provincia di Ancona.
Dal colore rosso rubino intenso, con forti sfumature violacee, un odore dai tipici sentori di ciliegia selvatica, prugna e frutti di bosco, e dal sapore fortemente fruttato, ben si abbina con pietanze a base di carne come selvaggina e arrosti.
4. VENAFRO E IL PENTRO D’ISERNIA DOC
Venafro è un borgo dalle antichissime origini risalenti al popolo dei Sanniti. Fu proprio nell’antica Venafrum che nell’’89 a.C. vi fu uno scontro decisivo dove Roma guerreggiò il gruppo dei popoli della “Lega italica” in quella che fu chiamata “Guerra sociale”. In epoca medievale Venafro fu poi invasa dai Longobardi divenendo dal VI secolo sede di diocesi oltre ad essere importante centro di passaggio da Molise e Abruzzo sulla via di Napoli. Proprietà della famiglia Pandone dal XV secolo, Venafro ospitò anche Vittorio Emanuele II in viaggio per Teano. Il borgo propone svariati edifici storici tra cui il castello Pandone, la concattedrale di Santa Maria Assunta e la chiesa dell’Annunziata.
Appartenente all’Associazione Nazionale Città dell’Olio, Venafro è anche terra di vino. Il Pentro di Isernia bianco DOC è uno dei vini prodotti nella sua zona. Di colore paglierino tenue con riflessi verdognoli, è di odore delicato e di sapore asciutto e intenso. Del Pentro d’Isernia vi sono anche le versioni rosato, rosso e rosso riserva.
5. SANT’AGATA DE GOTI E IL SANNIO DOC SANT’AGATA DEI GOTI AGLIANICO
Sorge su uno sperone tufaceo, come se fosse sospesa sulla roccia. Il suo centro storico è appoggiato su una terrazza di tufo che sorge tra due corsi d’acqua, il Martorano e il Riello. Sant’Agata de Goti è una delle tante mete imperdibili della Campania, dove il tempo pare non trascorrere. Tra vicoli, piazzette e case di pietra vi sono preziosi edifici storici tra cui il castello Ducale, eretto dai Longobardi e ampliato dai Normanni, che custodisce un prezioso ciclo d’affreschi, e la chiesa dell’Annunziata, risalente al 1239, realizzata in stile gotico. Gioiello del beneventano, Sant’Agata dei Goti si sviluppa alle falde del Taburno, monte citato da Virgilio, ed è terra di produzione di olio extravergine d’oliva, vini bianchi e rossi dai forti sentori fruttati e delle mele annurche, specialità del territorio. Tra i vini prodotti nella zona c’è il Sannio DOC Sant’Agata dei Goti Aglianico, dal colore rosso, dall’odore floreale e fruttato e dal sapore equilibrato e tannico.
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