Borgo Sacco fu per secoli il punto di collegamento tra le merci che provenivano dal nord Europa verso il sud, mentre a livello locale era sede del traghetto che univa le due sponde dell'Adige. La particolare posizione geografica permise la costruzione di un porto sicuro e la conseguente specializzazione della popolazione nella costruzione di imbarcazioni e zattere.
Fino al 927 Sacco e l’intera Vallagarina furono sotto l'influenza del Vescovo di Verona per poi passare sotto il dominio del Principe Vescovo di Trento che concesse nel 1210 agli zatterieri del borgo il monopolio della navigazione sul fiume Adige. Nel 1224 Sacco passò sotto l'influenza prima della Famiglia di Lizzana poi dei Castelbarco, mantenendo ugualmente una propria autonomia, sia commerciale che economica, dalla vicina cittadina di Rovereto. Quando nel 1509 su tutta la Vallagarina subentrarono gli Asburgo Sacco divenne uno dei principali fulcri commerciali durante la dominazione austriaca a cui fu concesso direttamente da Ferdinando II il privilegio della costruzione e conduzione delle zattere lungo la tratta che collega Bolzano a Verona. Questa concessione non fece altro che incrementare il grandissimo potere economico e commerciale di Sacco.
Se nel 1684 Leopoldo V Arciduca d'Austria ribadisce i privilegi precedentemente concessi agli spedizionieri di Sacco, nel 1806 vennero improvvisamente cancellati tutti i diritti fino allora maturati. Nel contempo la rettifica dell'Adige e l'importante costruzione delle ferrovia condussero alla decadenza del trasporto su zattera e quindi ad una generale decadenza economica del borgo che venne di conseguenza assorbito nel comune di Rovereto nel 1920.
Un importante tentativo da parte del borgo di risollevarsi dal decadimento è segnato dalla costruzione della Manifattura tabacchi per la produzione di sigari e sigarette che iniziò nel 1854. Grandissimo ruolo ebbero le zigherane ovvero le sigaraie, le donne che facevano le sigarette, che si batterono per istituire il primo asilo nido aziendale del Trentino nel 1924 e che si autotassarono per costruire un ponte sul torrente Leno al fine di rendere meno lungo e tortuoso il tragitto da casa al lavoro. Dopo 150 anni di attività determinante per lo sviluppo economico di Borgo Sacco, l’ottocentesca fabbrica è diventata oggi il Progetto manifattura, un centro di innovazione industriale con focus sull'edilizia ecosostenibile e sul settore delle tecnologie green e cleantech.