Il Forte di Bard si palesa all’improvviso ai nostri occhi mentre percorriamo l’autostrada in direzione di Aosta. Maestosa e impressionante, posta sulla sommità di uno strapiombo roccioso a forma di panettone, la grande muraglia sabauda si arrese soltanto alle truppe di Napoleone. Per il resto, si confermò nei secoli un baluardo inespugnabile contro gli invasori, la maggior parte dei quali furono relegati senza troppi convenevoli nelle segrete della fortezza. Oggi le anguste carceri del Forte sono tra le attrazioni più gettonate da parte dei turisti in visita all’antico borgo valdostano, che sorge lungo il fiume Dora Baltea, nonché alle pendici della rocca. Prendete l’ascensore panoramica che dal paesino conduce all’ingresso del castello e, una volta entrati, fate un giro nello spazio museale permanente: le prigioni del Forte di Bard vi aspettano… a sbarre aperte!
L’itinerario espositivo è multimediale. Filmati, documenti e ricostruzioni 3D ci accompagnano nell’evoluzione architettonica della fortezza, che ha sempre mantenuto le sue caratteristiche militari e difensive, citando, a partire da Napoleone Bonaparte, i “big” che hanno contribuito a rendere gloriosa la fama del Forte, come il comandante austriaco Stockard von Bernkopf, lo scrittore francese Stendhal e Camillo Benso conte di Cavour, qui rinchiuso nel 1831. Le prigioni sono composte da 24 celle, tutte di dimensioni assai ridotte, circa 1,3 per due metri, il che ci fa capire come il soggiorno dei detenuti non fosse proprio dei più confortevoli. Nella prima sezione del percorso, attraverso panelli tridimensionali, vengono illustrate le mutazioni strutturali del Forte nel corso delle varie epoche: romana, medioevale, ‘500 e ‘600 e ‘700. Un filmato dà voce ai protagonisti dell’avvenimento storico più significativo della storia del Forte di Bard: l’assedio da parte delle truppe napoleoniche.
Nella seconda sezione, gli “avatar” di Napoleone, del generale francese Berthier e del capitano Bernkopf svelano le tattiche belliche della dura battaglia combattuta nel 1800. La video-spiegazione è corroborata dalle proiezioni dei disegni del topografo e pittore Pietro Bagetti e dagli scritti di Stendhal. La terza parte è dedicata alla testimonianza del capitano Francesco Antonio Olivero, cui Carlo Felice di Savoia affidò la ricostruzione del Forte dopo l’assalto di Napoleone. La quarta sezione riporta in auge Camillo Benso conte di Cavour, detenuto di lusso durante il periodo di ricostruzione: a lui fu assegnata, nel 1831, la supervisione dei lavori. Cavour, in realtà, visse l’esperienza come una punizione, una “prigione morale” che lui stesso, in seguito, definì un «esilio». In questa sezione sono presenti anche alcuni oggetti di vita quotidiana di quell’epoca e in un uso all’interno del Forte.
Nell’ultima sala, si ripercorre la decadenza e la rinascita del Forte nel corso del ‘900 attraverso un’intervista a Ferdinando Jacquemet, testimone vivente in grado di raccontare l’ultimo capitolo della lunga storia di Bard. Il percorso espositvo culmia con la proiezione di un filmato che analizza l’evoluzione degli insediamenti militari sulla rocca di Bard dall’anno mille a oggi. Oltre alle prigioni, il polo museale offre anche uno spazio dedicato ai più piccoli, chiamato Le Alpi dei ragazzi, dove i giovani visitatori diventano alpinisti la scalata virtuale del Monte Bianco. Nel viaggio si percorreranno i vari step, cui è dedicata una sala per ciascuno, che l’apprendista alpinista deve affrontare per raggiungere la vetta. Uno yeti tridimensionale guiderà i bambini all’ultima sala, dove verrà proiettato un filmato sui ghiacciai.
Visitare, dunque, il Forte di Bard significa vivere un’esperienza unica, ideale per grandi e piccini. Se siete in viaggio verso Aosta o le principali mete turistiche come Courmayeur o Gressoney Saint-Jean, vi consigliamo di fermarvi nel borgo di Bard per una breve sosta: il piccolo centro storico, costituito da case in mattoni e vecchie stradine leggermente saliscendi, vi conquisterà per la sua sobrietà e il suo silenzio tipico dei paesi di montagna. E’ vero, qui siamo a valle, ma l’imponente Forte, che protegge il borgo dall’alto della rocca, ci fa sentire lontani da tutto. Anche del mondo odierno.
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