Alta Calabria cosentina. Scendendo dalla Puglia e dalla Lucania jonica, uno dei primi paesi calabresi che si incontrano. Non tra i primissimi. Si pensi alla bella Rocca Imperiale, sorta di portone di Calabria per chi dovesse entrare nella regione. E siamo dunque a Plataci, centro importante per la tutela linguistica dell’antico arbëreshe.
Piccolo nucleo cittadino dove ancora oggi è tutelata la cultura dell’antica Arberia italiana. Ne abbiamo già parlato per Civita.
Plataci, Pllatëni in “albanese”, conta meno di mille abitanti. La storia qui è istoriata, dipinta. Il paese dei murales, altissimo con i suoi quasi mille metri, ti aspetta. E c’è silenzio. E c’è storia. C’è anche il Pollino, versante d’oriente: di sotto la grande piana di Sibari e poi l’azzurro dello Ionio. Mari e monti, si direbbe. E gli albanesi pure qui, come detto.
Con ancora prima i platani, pronti a dare il nome alla località. Plataci dipendeva una volta dalla vicina Cerchiara, altro bel centro. Musiche, canti, abiti e danze: antiche tradizioni qui sfidano l’oblio. Tante le usanze che vengono dal passato. Ecco la festa della Madonna di Costantinopoli, a primavera, martedì dopo la Pentecoste e poi anche a novembre. Ancora oggi sentitissima dagli arbëreshe, la Madonna trova casa in un venerato santuario. Amata anche la ricorrenza estiva di san Rocco. Il Festival dei Piccoli Cantori Arbëreshe ha poi il merito di salvaguardare le melodie che furono dei padri. Lo stesso vanto dei murales, opere che sulla pietra istoriano e fermano il passato, salvaguardandolo con creatività e leggerezza. C’è stato, fino a qualche anno fa, anche un avvincente concorso a tema.
I riti, anche qui come in altri paesi, agricoli e pagani. “Domani è il primo marzo, togliete le pecore dallo stazzo e pascolatele; serve ad allontanare le forze naturali invisibili del cattivo tempo“, si canta in arbëreshe nei giorni del Carnevale, festa che qui, ai limiti dell’eresia, si festeggia fino alla prima domenica di Quaresima.
A Plataci due chiese soprattutto: la più antica è quella di San Giovanni Battista (1400) e poi c’è la settecentesca della Madonna di Costantinopoli. Nel territorio il Bosco della Montagnola, il più alto del paese. A tre chilometri, invece, il monte Barone, con la bella sorgente Cabugi; poi il lago Forano, sul versante del monte Sparviere, diviso con la vicina Alessandria del Carretto. Tanti i sentieri naturalistici: un panorama magnifico.
0 Commenti