Cascate dell’Acquafraggia
La natura è instancabile, anche quando sembra immobile. Lavora per regalarci paesaggi mozzafiato, quasi irreali da sembrare magici. Eppure sono veri più che mai, e spesso per raggiungerli bastano un comodo paio di scarpe da trekking e la voglia di farsi stupire. Tra le suggestioni naturali più coinvolgenti, ci sono gli spettacoli che ci prospettano le cascate, di cui tutta l’Italia è ricca. Si trovano in ogni regione, alcune si nascondono tra boschi rigogliosi e corsi d’acqua, altre si lasciano ammirare incastonate in paesaggi naturali che sembrano fatti apposta per esaltarne la magnificenza. Regalarsi una giornata, o qualche ora, immersi nella natura per andare alla scoperta di una di queste cascate, è una bellissima occasione per scovare angoli lontani dalla folla, prendersi una pausa, concedere ai sensi un’esperienza unica. L’Italia intera è un paesaggio disegnato dalle cascate. Noi ne abbiamo scelte tre che, da nord a sud, sapranno sorprendervi.
Cascate dell’Acquafraggia, tra genio e natura
In Lombardia, e più precisamente in provincia di Sondrio, a Borgonuovo, le suggestive cascate dell’Acquafraggia offrono un paesaggio maestoso che si riesce ad ammirare anche da lontano. Ma è incamminandosi sul sentiero attrezzato che attraversa boschi di castagni tra le rocce, che vi si giunge da vicino, per diventare parte del loro spettacolo naturale. Un’esperienza coinvolgente, a partire dall’assordante rombo che produce la caduta dell’acqua. Persino Leonardo da Vinci si innamorò di questa bellezza selvatica, tanto da riportare nel suo “Codice Atlantico”: «Su per detto fiume si truova chadute di acqua di 400 braccia le quale fanno belvedere». E Leonardo non trascurò nemmeno e l’apprezzamento per il lato più godereccio della Val Chiavenna: «Truovasi di miglio i(n) miglio bone osterie». Ecco allora, che dopo un’escursione alle cascate dell’Acquafraggia, l’occasione è ideale anche per assaggiare qualche prodotto locale come miele, bresaola e formaggi.
Cascate dell’Acquafraggia – Ph. Matteo Patetta/shutterstock
Il tesoro nascosto delle Cascate del Dardagna
Nascoste tra l’Appennino bolognese, in uno di quegli angoli da scovare lontano dai percorsi più conosciuti, ma che una volta visitati difficilmente si dimenticano, le Cascate del Dardagna consentono un momento di evasione a stretto contatto con la natura. Un vero gioiello, queste cascate, un piccolo lusso naturale alla portata di tutti. Il sentiero che si percorre per raggiungerle è infatti piuttosto semplice, perfetto per un’escursione in famiglia e, anche nei punti più impegnativi, è ben attrezzato con corrimano e ammorbidito da scale che lo rendono più affrontabile anche da chi non è un escursionista esperto. Si parte dal Santuario della Madonna dell’Acero – siamo a meno di due ore da Bologna, a Lizzano in Belvedere – per immergersi in freschi boschi lungo il torrente Dardagna, nel bel mezzo del Parco del Corno alle Scale. Qui la natura dà il meglio di sé e mostra tutto il suo estro, con ben sette salti che stupiscono di passo in passo immersi nella lussureggiante vegetazione, fino alla cascata più maestosa, che regala un coinvolgente spettacolo naturale.
Ph. Trevisan Luigi/shutterstock
Immergersi nella natura: la Cascata del Catafurco
Ci spostiamo in Sicilia per l’ultima tappa del nostro viaggio ideale nell’Italia delle cascate. La nostra meta è la Cascata del Catafurco, splendida coi suoi salti scenografici tra le rocce scavate dall’acqua e dal tempo nel Parco dei Nebrodi, in provincia di Messina. Sono le impetuose acque del torrente San Basilio a creare questo spettacolo naturale là dove si tuffano da un dislivello di circa trenta metri su pareti rocciose. Ma la suggestione più bella è quella di immergersi nella Marmitta dei Giganti, una vera piscina naturale che si è creata proprio alla base della cascata e che nella stagione più calda non solo regala un po’ di refrigerio, ma soprattutto un emozionante contatto con la natura. Il giusto premio, dopo la camminata per giungere alla cascata. Lungo i percorsi – uno più breve da contrada San Basilio e l’altro, ad anello da Portella “Addrichi” – s’incrocia un suggestivo villaggio di pastori, in contrada Molisa, oggi abbandonato, dove si possono ancora ammirare i pagghiari, i pagliai dove i pastori si riparavano, e le tipiche casupole costruite in pietra senza uso di malta.
Ph. Roberto La Rosa/shutterstock
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