Castiglione si trova nella regione storica della Garfagnana. Il borgo risale al periodo della dominazione romana, quand'era frequente la costruzione di castra, cioè terre munite di fortificazioni, e tra queste appunto Castrum Leonis (Castello del Leone). Al tempo fu tenuto in gran conto per la sua posizione di controllo sulla via che conduceva al passo di San Pellegrino, uno dei più facili passaggi dell'Appennino. A causa della sua posizione strategica, il Castello del Leone ebbe un passato molto tormentato e spesso fu costretto a difendersi dai numerosi assedi. Fu distrutto nel 1226 e ricostruito nel 1230. Lucca ottenne dall'Imperatore Federico II l'Investitura imperiale sulla Garfagnana, per amministrare la quale la suddivise in Vicarie e Castiglione Garfagnana diventò la più importante Vicaria della Valle del Serchio. Il 10 marzo 1371 nel castello di Castiglione fu firmata la pace fra Lucca e gli Antelminelli e altri nobili garfagnini, e Lucca, rientrata in possesso di Castiglione nel 1371, la fortificò con una cinta muraria più robusta e con una serie di torrioni. Nel XV secolo Castiglione fu dominata per un breve periodo dai fiorentini, ma a seguito della pace stipulata tra Milano (alleata di Lucca) e Venezia (alleata di Firenze), nel 1433 Castiglione ritornò sotto il controllo lucchese.
Meritano una visita le mura, il castello medievale ancora intatti e le due chiese di San Michele e San Pietro.
Il borgo di San Pellegrino in Alpe, con i suoi 1525 m. s.l.m., è il paese stabilmente abitato più alto di tutta la catena appenninica. Altra sua peculiarità è quella di appartenere contemporaneamente a due comuni (Castiglione e Frassinoro), due province (Lucca e Modena) e due regioni (Toscana ed Emilia-Romagna). Meritano sicuramente una visita il Santuario dei Santi Pellegrino e Bianco ed il Museo etnografico provinciale "Don Luigi Pellegrini" che conserva oltre 4000 oggetti legati alla civiltà rurale della Valle del Serchio e dell'Appennino tosco-emiliano. Sono inoltre interessanti il punto panoramico del Molo e il percorso devozionale (legato alle vicende di San Pellegrino), detto del "Giro del Diavolo", dove incontriamo il cumulo di pietre, portate e ammassate nel corso dei secoli per penitenza dai pellegrini e la "Fonte del Santo", dove secondo la tradizione il Santo si recava per abbeverarsi.
Al Casone di Profecchia ed al Passo delle Radici sono disponibili impianti sciistici e piste da fondo e rappresentano punti base per escursioni sulle innumerevoli cime appenniniche circostanti (Monte Prado, Monte Cusna, Monte Vecchio) attraverso una fitta rete di sentieri immersi lungo faggete secolari.
Molto famosa e rinomata è la Filarmonica Alpina di Castiglione di Garfagnana, fondata nel 1858 con il nome di Fanfara Popolare, attualmente guidata dal Maestro Silvano Marcalli. Nel 2008 sono stati festeggiati i 150 anni di attività della filarmonica, con un raduno dei vecchi ed attuali membri della banda.
Borgo di Castiglione di Garfagnana
Comune di Castiglione di Garfagnana
Provincia di Lucca
Regione Toscana
Abitanti: 1.746 castiglionesi
Altitudine centro: 545 m s.l.m.
il Comune fa parte di:
I Borghi più belli d'Italia
Castiglioni d'Italia
Città del castagno
Unione Garfagnana
Il Comune
Piazza Vittorio Emanuele II 1 - Tel. +39 0583 69911
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“Terra di lupi e di briganti”: così definì la Garfagnana Ludovico Ariosto, che vi arrivò nel 1522 come commissario estense. Il visitatore odierno da questa selvatichezza resta invece affascinato, soprattutto perché non si è arresa al cemento. La natura infatti resiste con paesaggi severi, di contrasto: il borgo di Castiglione è murato e perduto tra i boschi, circondato dai monti: territorio di confine. La morte spavalda sul volto del Cristo ligneo nella chiesa di San Michele, la Madonna trecentesca della pala di Giuliano di Simone, ancora arcaica nei tratti, e quella più moderna, più ragazza, con un’ombra di malinconia, scolpita da Vincenzo Civitali nella chiesa di San Pietro, sono figure di questa terra austera, immagine di una Toscana diversa, più aspra e montuosa che dolce e collinare. Nel fondo degli occhi bruni delle madonne lucchesi, di questa dolce selvatichezza, s’intravede lo scorrere del tempo, solidificato negli stemmi austeri del palazzo comunale. Una finestra accesa nel borgo ci invita alla serenità commossa dello stare quassù: nel borgo in cima alla collina di case rimasticate, con la sua rocca, le poderose mura e i torrioni, segni di un Medioevo ancora vivente.
I nomi gentili dei due torrioni della Brunella, nella cinta muraria, e della Campanella, nella rocca, non devono far dimenticare che questo fu ilcastello più importante della Repubblica di Lucca a difesa del confine con il ducato di Modena, sull’importante via che da qui valicava l’Appennino verso le terre di “Lombardia”.
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