Un’autentica testimonianza dell’epoca medievale, l’Abbazia di San Galgano, esordisce nel paesaggio tra i borghi di Chiusdino e Monticiano, come un ricordo possente del passato. Un luogo che trae le sue radici da una storia remota, custode di enigmi, leggende e tesori di un’epoca lontana. Un’esplorazione di questo sito, immerso tra prati meravigliosamente verdi, è un salto indietro nel tempo della Toscana.
Racconti di un Commosso Passato
L’Abbazia di San Galgano è indissolubilmente legata alla figura del suo Santo, un ex cavaliere che scelse di rinunciare alle seduzioni mondane e dedicarsi totalmente alla vita religiosa. Galgano Guidotti, che da cavaliere diventa un eremita, dedito a una vita di preghiera e meditazione, lascia il segno più duraturo della sua conversione infilzando la propria spada in una roccia presso l’Eremo di Montesiepi, trasformandola in una croce.
L’Abbazia e l’Eremo di Montesiepi, due gioielli del Medioevo
L’Abbazia di San Galgano emerge dalle colline toscane con le sue struggenti rovine. Le imponenti pareti di pietra, che custodiscono secoli di storia, sono l’unico ricordo di quello che era una volta uno dei monasteri più fiorenti del Medioevo in Toscana. La saliente assenza del tetto, un dettaglio che aiuta a disegnare la struttura architettonica della chiesa, è una caratteristica che l’Abbazia condivide con altre chiese storiche sparse in Europa come Melrose, Kelso e Jedburg in Scozia, o Tintern in Galles.
Eremo di San Galgano a Montesiepi – Ph. Geerd-Olaf Freyer/flickr
L’Eremo di Montesiepi, costruito intorno al 1185, è l’altro gioiello che completa l’Abbazia di San Galgano. Al suo interno, si trova il culmine del mito di San Galgano: la “spada nella roccia”, un’elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni, incastonata in un masso. Questo elemento ha suscitato nel tempo molte speculazioni e ricorda i miti cavallereschi dei tempi di Re Artù e della Tavola Rotonda.
La spada nella roccia – Ph. Susanne & Ralf/flickr
Declino e Rinascita
L’Abbazia ebbe il suo periodo di massimo splendore nei secoli XIII e XIV, diventando un chiaro esempio dell’architettura gotico-cistercense italiana. Tuttavia, la sua decadenza iniziò nel XV secolo, culminando più tardi, nel Settecento, con il crollo della copertura e del campanile, e la sconsacrazione della chiesa nel 1789.
Il rinnovato interesse per l’Abbazia avvenne agli inizi del XX secolo, quando furono riconosciuti il suo valore artistico e storico. Il restauro conservativo, guidato da Gino Chierici e ispirato ai principi del padre del restauro John Ruskin, rivolse una meticolosa attenzione alla preservazione dello stato originale del monumento, evitando ingiustificate ricostruzioni.
Proprio grazie a questi sforzi, oggi l’Abbazia di San Galgano resta una delle meraviglie più affascinanti della Toscana, richiamando numerosi visitatori ogni anno, affascinati dalla sua intrigante storia e dalla sua bellezza imponente ma decadente. Un vero gioiello del patrimonio italiano che ci racconta dei tempi in cui le virtù cavalleresche venivano forgiando un indissolubile legame con la spiritualità.
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