Anche se può sembrare assurdo, non fù cosa poi così rara che nel medioevo organizzassero processi contro delle specie animali. Questo sembra sottolineare il legame tra l’uomo e “le bestie” in quei tempi. Infatti di processo, con tanto di avvocato difensore, si narra nella leggenda di Glorenza, la quale, nel 1519, venne letteralmente invasa da una popolazione di roditori.
Questi erano talmente tanti da spingere i contadini di Stelvio, visti minacciati i propri raccolti, a rivolgersi al giudice di Glorenza per mettere i topi sotto accusa. All’udienza furono invitati anche i topi ai quali, come dicevamo, venne assegnato un avvocato difensore ma non servì a molto e gli animali persero la causa.
Il procedimento durò dall’Ottobre 1519 al Maggio dell’anno successivo e furono molte le arringhe e le testimonianze ma alla fine, seppur perdendo, l’avvocato difensore riuscì a porre delle condizioni.
Il giudizio sancì che i roditori sarebbero dovuti andare in una zona a loro riservata oltre la sponda sinistra del fiume Adige. L’ordinanza stabilì che fosse necessaria la costruzione di un ponte per permettere ai roditori il passaggio e che in quel periodo cani e gatti sarebbero stati costretti all’interno delle case per non disturbare l’esodo. I topi più giovani o i più deboli sarebbero potuti rimanere fino ad essere in grado di arrivare alla zona a loro stabilita. E così, i topi se ne andarono nella loro nuova terra.
Questo avvenimento sembra aver ispirato diverse fiabe tra cui la più famosa, la ‘Conquista di Hamelin‘ con il suo pifferaio magico.
La “leggenda” trova spazio anche nell’arte nei quadri di Paul Flora, pittore di Glorenza, che ha ritratto la vicenda in alcune delle sue opere.
Ma non è finita qui!
Infatti i ratti potrebbero ricorrere in appello alla Corte Suprema degli Stati Uniti, dopo che uno dei nove membri di quel tribunale, Antonio Scalia, entrò in possesso degli atti del processo medievale durante una sua visita al borgo venostano. La storia che fu tradotta in inglese col nome di “The trials of mines of Glurns” venne consegnata a Antonio Scalia dall’ex sindaco di Glorenza, Alois Riedl. Il giudice americano, dopo aver letto gli atti, pare aver apprezzato la sentenza ma avrebbe anche ipotizzato la possibilità di appello per i topi.
Che il caso venga riaperto?
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