Il castello di Gradara sorge nel borgo di Gradara, nelle Marche. È protetto da due cinte murarie, la più esterna delle quali si estende per quasi 800 metri, rendendo la struttura imponente. Particolarmente suggestiva è la vista della Rocca e del sottostante borgo storico nelle ore notturne. Gradara è stata, per posizione geografica, fin dai tempi antichi un crocevia di traffici e genti: durante il periodo medioevale la fortezza è stata uno dei principali teatri degli scontri tra le milizie fedeli al Papato e le turbolente casate marchigiane e romagnole. La Rocca ha fatto da sfondo al tragico amore tra Paolo e Francesca, moglie di suo fratello Gianciotto, cantato da Dante nella Divina commedia.
La fortezza sorge su una collina a 142 m s.l.m.: il mastio, torrione principale, si innalza per 30 metri, dominando l’intera vallata; è possibile arrivare con lo sguardo fino al mare Adriatico, a nord, o verso il monte Carpegna, ad ovest. Il mastio è stato costruito attorno al 1150 dalla potente famiglia dei De Griffo. Caduti in disgrazia presso il papato venne sottratta loro l’investitura della Curte Cretarie e affidata al condottiero dei Guelfi di Romagna, Malatesta da Verucchio (detto Mastin Vecchio), capostipite e fondatore della dinastia dei Malatesta, i grandi Signori di Rimini, Cesena e Pesaro. Furono i Malatesta a decidere l’edificazione delle due cinte di mura, erette tra il XIII e il XIV secolo, nel 1445 Galeazzo Malatesta decise di vendere Gradara a Francesco Sforza per 20.000 fiorini d’oro, quando però Francesco arrivò a Gradara per entrarne in possesso, Sigismondo Pandolfo Malatesta, uomo d’arme e mecenate, si rifiutò di consegnargliela e anche di restituire i soldi. Nel 1446 Francesco Sforza, alleato con Federico da Montefeltro assediò Gradara, il loro esercito circondava la Rocca ed era ben fornito di cannoni, bombarde e schioppi. Dopo più di 40 giorni di battaglie la fortezza sembrava destinata a cadere, ma alla fine, per via delle intemperie e dell’ imminente arrivo dei rinforzi del Malatesta, Francesco Sforza fu costretto a ritirarsi da Gradara e la città rimase nelle mani di Sigismondo. Il dominio del casato su Gradara finì nel 1463 quando Sigismondo Pandolfo Malatesta, scomunicato da papa Pio II, si scontrò con un altro potente dell’epoca, il Duca Federico da Montefeltro, che assediò Gradara per conto della Chiesa. Dal 1641 Gradara passò sotto il diretto controllo dello Stato della Chiesa tramite i legati pontifici, iniziando la sua lunga agonia. Quando, nel 1920, la famiglia Zanvettori acquistò la Rocca di Gradara, il castello e la cinta muraria erano ridotti allo stato di rudere. Umberto Zanvettori finanziò il restauro del castello e della cinta muraria del borgo, affidando i lavori a Giuseppe Sacconi, il celebre architetto del Vittoriano, che, pur facendo degli interventi più interpretativi che filologici riportò il sito all’originario splendore.
Nel 1937 il castello fu location per le riprese del film di Luis Trenker Condottieri, ispirato alla figura del soldato di ventura Giovanni dalle Bande Nere. Nel 1950 vi fu ambientato Paolo e Francesca di Raffaello Matarazzo e alcune scene del film vincitore di due Premi Oscar Il principe delle volpi, diretto da Henry King. Nel 1961 il borgo e gli interni della rocca fanno da sfondo alla storia d’amore tra il rivoluzionario Pietro Missirilli e la protagonista del film Vanina Vanini, di Roberto Rossellini. Negli anni ottanta vi furono ambientati due film del filone vacanziero: Stesso mare stessa spiaggia (1983) di Angelo Pannacciò e Yesterday – Vacanze al mare (1985) di Claudio Risi.
Lunedì 8.30-14 (chiusura biglietteria ore 13)
Da martedì a domenica: 8.30-19 (chiusura biglietteria ore 18.30)
Chiuso: Natale, Capodanno
Servizi: bookshop, guardaroba, toilettes.