Fondata nel 1146 l’abbazia di Santa Maria in Sanavalle fu per tre secoli, fino al 1448, uno snodo della cultura
cistercense, ispirata allo spirito benedettino del “prega e lavora” e al pensiero e all’estetica di San Bernardo: costruì mulini per macine e lanifici, bonificò la zona tra Piave e Livenza e raggiunse esiti notevoli nell’arte monastica, tesa alla creazione del bello, con i suoi archi, capitelli e colonne e con i suoi giochi di luce, consegnandoci capolavori come il chiostro terminato nel 1268. Il crocefisso ligneo di età barocca e l’affresco del 1527 di Francesco da Milano sono le opere più importanti dei secoli successivi.
Ma l’emozione più grande è data dalla misteriosa immagine della Madonna con Bambino in pietra arenaria del VI secolo, di origine orientale, forse nubiana, collocata in una nicchia dell’ancona lignea dell’altare maggiore, intorno al cui ritrovamento – così almeno dice la leggenda – sarebbe sorta la primitiva chiesa.
La pianta della basilica segue la simbologia cistercense, a croce latina con la facciata rivolta a ponente e l’abside a levante.
L’interno è pieno di sorprese: dalla pietra murata nel chiostro che attesta la conclusione dei lavori di costruzione nel 1268, all’affresco dell’Angelo dell’Apocalisse che veglia sul cimitero dei monaci (secolo XIII) e al “capitello delle api” presso l’entrata del refettorio, che ricorda ai monaci che il pane è il frutto del proprio lavoro. La torre campanaria romanica è il manufatto più antico del complesso, mentre la foresteria, in fase di restauro, tornerà a breve a rendere vive le stanze dei monaci.
L’Abbazia di Follina è visitabile tutti i giorni dalle 7 alle 12 e dalle 14.30 alle 19; non è permessa l’entrata in basilica con gruppi di visita durante lo svolgimento delle funzioni religiose. Per ulteriori informazioni e visite guidate al complesso abbaziale è possibile contattare i padri dell’Abbazia.