Nota dalla fine dell’Ottocento, è stata tra le prime ad essere esplorate sul Carso delle oltre 3.000 grotte attualmente accatastate. Oggi gli ingressi sono due: un pozzo naturale profondo circa 30 metri, dal quale è possibile calarsi solo con attrezzature speleologiche, ed un ingresso artificiale che, attraverso una scalinata di 200 gradini, conduce il pubblico al cuore della grotta, circa 60 metri sotto terra.
La cavità si sviluppa in vani adornati di bellissime vele, eccentriche, stalattiti e stalagmiti, alte fino a 7 metri e pesanti anche 10 tonnellate. Le più famose sono le torri stalagmitiche, un gruppo di otto concrezioni di misure diverse, da cui la grotta prende il nome. All’interno, oltre i piccoli insetti tipici dell’ambiente ipogeo, abita una colonia mista di pipistrelli: tre specie che vivono, vanno in letargo e si riproducono in grotta. Questi sono protetti da un’illuminazione parziale della cavità e da prescrizioni specifiche che regolano il flusso dei visitatori sulla base dei ritmi della natura.
La cavità è un esempio di tutela attiva di un sito naturalistico nato da una stretta collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Trieste e con la Facoltà di Geologia dell’Università di Trieste. L’ingresso comprende: visita guidata con guida naturalistica o speleologica; trasporto con Agribus all’ingresso della grotta e ritorno; dotazione di caschetti protettivi con lampada.
Orario di apertura:
Mar-Giu e Set-Ott: Sab-Dom e festivi h 10.30, h 14 e h 15.30.
Luglio e Agosto: tutti i giorni h 10.30, h 12, h 14 e h 15.30.
Novembre: Sab-Dom e festivi h 10.30 e h 14.
1 gennaio e 6 gennaio: h 10.30, h 14.
Per visite fuori orario su prenotazione per almeno 8 persone.