Sorso (Sòssu in turritano) è situato nell'antica regione della Romangia, affacciandosi sul golfo dell'Asinara, in Sardegna.
Sorso gode di una collocazione geografica di notevole valore paesistico; la sua costa, con le famose spiagge di Marina di Sorso e di Platamona. Nei fertili terreni circostanti si coltivano frutta e ortaggi, ma soprattutto l'olivo e la vite. Il toponimo deriverebbe dall'avverbio logudorese josso/zosso (dal latino deorsum, ovvero "in giù", "verso il basso", "sotto"), successivamente divenuto Zorso, quindi Sorso (o Sossu), ad indicare la minore altitudine rispetto alla vicina Sennori. Il nome di Sorso, per la prima volta, è citato nel Condaghe di S. Pietro di Silki (1065-1180). Il toponimo appare più volte anche negli atti del Condaghe della chiesa di San Nicola di Trullas (Semestene), prezioso documento redatto tra il 1115 e il 1176, nel quale vengono citati i nomi di Barusone de Sorso, Gosantine de Sorso, Furatu de Sorso; nello stesso Kondaghe si legge "Fece dono donna Iorgia d'Athen in punto di morte, della sua domo di Sorso con tutte le sue pertinenze di salto e vigne e terreni e corte e servi e canneto e palmeto". La famiglia degli Athen, molti dei cui appartenenti erano membri della Corona de Logu nella reggia di Ardara, aveva proprietà in Sorso. È verosimile che il toponimo abbia avuto origine da un avverbio latino sursum versus, "in su", "verso l'alto"; questo probabilmente per indicare la posizione elevata del paese rispetto a quella di Turris Lybisonis (attuale Porto Torres), da cui i turrenses partivano per recarsi a Sorso. Gli abitanti di Sorso sono nominati sorsensi o sorsinchi, dal latino incola, cioè abitatore (sors-inchi, abitanti di Sorso).
Il territorio è ricco di testimonianze archeologiche risalenti al periodo prenuragico, l'attuale borgo però è di origine romana e divenne grosso centro religioso nel Medioevo. Del Prenuragico, rimangono le domus de janas di l'Abbiu e il sito di Geridu tra Sorso e Sassari. Nel V secolo i Cartaginesi trasformarono Sorso in una fortezza di cui oggi ci rimane il sito di Santa Filitica. Il sito di Gericu o Geridu è il più importante sito archeologico della città romangiate. Durante il 1300 Sorso passò di mano a diversi feudatari e venne più volte attaccata e distrutta sia dall'irrequietezza degli abitanti di Castelgenovese (l'attuale Castelsardo), sia dalla famiglia Doria. Nel 1436 Sorso e Sennori vennero vendute insieme a Gonario Gambella e da quel momento le sorti dei due paesi furono identiche. Lo stemma di Sorso sia nella versione odierna che in quella antica riporta un gambale simbolo della famiglia Gambella. Dopo numerosi altri passaggi alla proprietà del paese, nel 1527 subì l'attacco da parte delle truppe francesi di Renzo Orsini per poi passare ancora tra diverse mani prima del riscatto del 1838. La storia dell'agricoltura e allevamento sorsese ha portato alla luce terreni adattissimi a tutte le colture e scarsi pascoli che provvedevano al sostentamento del paese mentre l'eccedenza era venduta a Sassari e Porto Torres.