L'altopiano sul quale sorge il borgo di Sadali (Sàdili in sardo) presenta un aspetto brullo e povero di vegetazione se non per i resti di un'antica foresta secolare, che prima ricopriva l'intero tacco e che oggi è presente solo lungo le valli che lo contornano. Sono presenti principalmente lecci, sughere, roverelle e sporadici esemplari di tasso, agrifoglio e acero, mentre il sottobosco è costituito da ginepro, corbezzolo, lentisco, fillirea, erica, rosmarino e cisto. Oltre alle numerose sorgenti e ai torrenti il territorio di Sadali è ricco di grotte, che durante la primavera e l'estate attraggono numerosi turisti. Nel territorio sono presenti inoltre numerose testimonianze della cultura del neolitico superiore, della civiltà nuragica e di quella punica e romana.
Abitato sin dal periodo prenuragico e nuragico, il territorio di Sadali registra la successiva presenza della civiltà romana. Nel medioevo fece parte fino al 1258 del giudicato di Cagliari e poi del giudicato di Gallura per passare in seguito sotto il diretto controllo della repubblica di Pisa. Conquistata dagli aragonesi nel 1324, Sadali fino al XIX secolo fu affidata a diverse famiglie di feudatari tra cui i Carroz. Meritano sicuramente una visita la chiesa di San Valentino e quella di Sant'Elena.
Il paese ha un importante sagra che si svolge ogni prima settimana di agosto e che riguarda uno dei suoi piatti tipici ovvero i Culurgionès. Si tratta di una pasta fatta in casa, una sorta di agnolotto con ripieno di patate, mentuccia, cas'e vita, pecorino. La sagra dei Culurgionis di Sadali celebra l'annata agraria ma anche l'estate. Ogni anno la sagra dei Culurgionis si propone con un programma sempre più ricco con due momenti di degustazione, non solo della pasta, e con balli e musiche tipiche della Sardegna.