Rodi Garganico

E’ un piccolo centro agro-turistico collocato a nord-est del Gargano. Molto vicino a Peschici, Rodi si trova arroccata su un promontorio a strapiombo sul mare. Denominata come “Giardino del Gargano” per la sua estensione caratterizzata dalla presenza di numerosi agrumeti, alberi da fico, ulivi, carrube e pini che rappresenta un paesaggio assai variegato. Come tutti i paesi di mare anche Rodi del Gargano è tipica per la cultura della pesca, infatti vi è un antico borgo di pescatori, che ancora oggi praticano tutti i tipi di pesche.

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Rodi Garganico
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Rodi Garganico, Madonna della Libera
Giuseppe Bruno
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Rodi Garganico
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Rodi Garganico
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Rodi Garganico
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Chiesa dei SS. Crocifisso
Alex Fabbri/shutterstock
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Rodi Garganico
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Rodi Garganico
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Rodi Garganico
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Rodi Garganico
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Rodi Garganico
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Rodi Garganico
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Rodi Garganico
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Rodi Garganico
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Rodi Garganico
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Rodi Garganico
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Rodi Garganico

Fin dal Medioevo, Rodi Garganico è un noto per la produzione degli agrumi del Gargano. Tra questi, le arance del Gargano e i Limoni Femminello, riconosciuti oggi come prodotti IGP.

Il borgo è abbarbicato su un promontorio roccioso tra due lunghi arenili sabbiosi a pochi chilometri ad est del lago di Varano. È circondato da una lussureggiante vegetazione, composta soprattutto da agrumeti, oliveti e pinete, nonché da alberi di carrube e fichi. Il centro storico, come le mura di cui è cinto, è d'origine medievale ed è caratterizzato da vicoli stretti, in buona parte ripidi e con tracciati intricati, che si insinuano in un tessuto urbano costituito da case di uniforme aspetto architettonico, realizzate in modo tale che da ognuna sia possibile scorgere il mare.

Sono molte le prove della presenza di insediamenti umani preistorici (paleolitici e neolitici) nella zona. Ma la fondazione del nucleo abitato nel luogo attuale è successiva. L'origine di Rodi Garganico è stata spesso collegata al movimento espansionistico dei Rodii (per altri degli Argivi), popolo di etnìa greca che nell'VIII secolo a.C. ne colonizzò le coste attratto dal clima e dalle pinete. Si tratta dello stesso popolo che fondò, secondo l'interpretazione di Strabone, la città di Elpie (o Salapia). Tale interpretazione, per la mancanza di una documentazione archeologica pertinente, risulta essere comunque piuttosto incerta.

Con la caduta di Roma si susseguirono tempi difficili: Rodi Garganico fu distrutta dai Goti nel 485 d.C., ricostruita nel 553 dopo la guerra greco-gotica e attaccata dai Saraceni nel 950. Così come Carpino, venne occupata nel 1461 dagli Aragonesi. Nel 1446, infatti, risultava già essere feudo di Alfonso V d'Aragona. Rodi conobbe un nuovo periodo di splendore a partire dal XVI secolo grazie alla produzione agrumaria, la cui filiera coinvolgeva quasi interamente la cittadinanza. La "protezione" dei santi veniva considerata come un elemento fondamentale per un'agricoltura feconda: sin dal Seicento i rodiani erano in prima fila, in occasione della festa di San Valentino (protettore degli agrumeti) durante la lunga processione di febbraio verso il colle del Carmine (Vico del Gargano) per benedire piante e frutti di arance e limoni.

La scelta del santo arrivò dopo discussioni e pellegrinaggi alla ricerca di un patrono la cui festività si collocasse nella stagione invernale, periodo maggiormente critico per colture di arance. Si narra che una delegazione di abitanti proveniente da Rodi e da Vico giunse in pellegrinaggio nella catacomba che custodiva i busti dei santi martiri, allorché il capo della delegazione, urtò il braccio sporgente di San Valentino: fu un segno provvidenziale e decisivo per la scelta. Il 10 febbraio 1618 l'Arcivescovo di Manfredonia approvò la scelta e quattro giorni dopo le ossa del santo giunsero da Roma nella Chiesa Madre di Vico, dando origine alla tradizionale processione del 14 febbraio, tutt'oggi evento seguito e condiviso da rodiani e vichesi.

Un evento infausto fu invece rappresentato dal disastroso terremoto del Gargano del 1646 che causò la distruzione di molti edifici nonché la morte di quattro cittadini. Nel 1815 Rodi Garganico ospitò, presso la "Torretta del Re", Gioacchino Murat, che qui soggiornò tra la seconda caduta di Napoleone e il proclama di Rimini. Nel secolo scorso, durante il ventennio fascista, attraversò un periodo di discreto sviluppo economico grazie alla costruzione della ferrovia garganica. Subito dopo la seconda guerra mondiale, tuttavia, il commercio degli agrumi, principale attività economica della città, si arrestò a causa della situazione politica internazionale che ne limitava i flussi commerciali: non era infatti più possibile commerciare con le dirimpettaie coste dalmate, principale meta delle esportazioni rodiane.

Oggi Rodi Garganico, nonostante abbia mantenuto la produzione agrumaria -in un quadro di sviluppo orientato alla valorizzazione della tipicità dei vari prodotti agricoli, gastronomici ed agrituristici-, ha sviluppato principalmente la propria vocazione turistico-ricettiva. Già apprezzata meta balneare negli anni sessanta, ha subìto importanti processi di restauro del patrimonio architettonico e di riqualificazione urbanistica messi in atto dalle amministrazioni comunali che si sono succedute nell'ultimo decennio; la recente costruzione di un porto turistico, infine, le ha conferito un ruolo interessante nel circuito turistico del Mediterraneo.

Piccoli faraglioni arricchiscono il tratto di costa su cui sorge l'abitato. Il maggiore e più noto è quello detto "del Cane" (o "del Leone") a causa della sua particolare forma che ricorda, appunto, un cane o un leone che vigila sulla cittadina dai pericoli del mare. Sulla sommità rocciosa della rupe ad est dei faraglioni è posto un antico trabucco, un'imponente struttura lignea usata tradizionalmente per la pesca, tipica del Gargano e come tale tutelata dal Parco Nazionale.

Il Vuccolo è l'antica zona del porto di Rodi. L'etimologia del nome deriva dal verbo longobardo "vucculare" che significa "gridare", "chiamare". Deve il suo nome alla tipica (fino a qualche tempo fa) usanza delle popolane di chiamare (vucculare) dalle terrazze i mariti intenti a lavorare le reti a "Mer'i varc" ("mare delle barche"), il nome con cui ancora oggi viene chiamata la zona portuale.

Il quartiere Chépe abbasce (A testa in giù) è caratterizzato da vicoli stretti con tracciati intricati, ripide scalinate, archi, piazzette nascoste e terrazze panoramiche. I vicoli stretti e la disposizione delle case rispondevano alla duplice esigenza di ripararsi dai forti venti invernali, ma anche di poter vedere il mare. Il quartiere, infatti, era abitato prevalentemente da pescatori. Si trovano nel centro storico la chiesa del Santissimo Crocifisso e l'ormai scomparsa chiesa di San Michele Arcangelo.

Borgo di Rodi Garganico
Comune di Rodi Garganico

Provincia di Foggia
Regione Puglia

Abitanti: 3.679
Altitudine centro: 42 m s.l.m.

Riconoscimenti
Bandiere Blu

Aree naturali protette:
Parco Nazionale del Gargano

Il Comune
Piazza Papa Giovanni XXIII - Tel. +39 0884 969411

Accessibile ai disabili
Area di sosta camper
Bandiera Blu
Borgo con parco
Borgo di mare
Santuario della Madonna della Libera
Via Lenoci, 10 - Rodi Garganico - Foggia
Oasi agrumaria
Contrada Mascherizzo, 18 - Rodi Garganico - Foggia

IN AUTO

  • Dall'autostrada A14 Bologna/Taranto prendere l'uscita di Poggio Imperiale. Seguire le indicazioni per la strada statale SS693 direzione Vieste/Peschici/Rodi Garganico.

IN TRENO

  • Stazione di San Severo
  • Stazione di Foggia

La cucina rodiana è caratterizzata da numerosi piatti tipici generalmente a base di pesce o verdure. Tra gli antipasti tipici vi sono un'insalata di acciughe o agostinelle e (alici) crude con sughetto d'olio e limone (lìce oppure iustenédde, ògghie e chemùne), un'insalata di arance condite con olio (nzaléte de Porta Iàlle), o un'insalata di cozze o cannolicchi freschi conditi con limone e prezzemolo (i còcchele nére' oppure cannelìcchie pe u chemùne).

Tra i primi piatti, invece, si ricordano i ditali con le telline conditi con soffritto di aglio e olio (tubettìne pe i cuchìgghie), i troccoli con seppie ripiene di pane e formaggio (sécce chiéne e ntrùcchele), e i bucatini con le canocchie (mbricciatìlle e cechéle).

Tra i secondi piatti di pesce, tipici sono i bianchetti marinati, cioè conditi con olio, aceto e prezzemolo (grugnalétte marenéte); le alici "mollicate" alla rodiana, cioè condite con olio, pomodori, prezzemolo, aglio e mollica di pane, e le cozze o alici gratinate (còccele nére o lìce arracanéte). Tra i secondi piatti di carne, ricordiamo gli involtini di carne alla rodiana (i ciambòtte), e un gulasch di capretto, patate e lampascioni (detto u ròte).

Tra i dolci vi sono i taralli conditi con vincotto (mustazzùle), gli strùffele, praline sfiziose cosparse con zucchero caramellato, oppure i calzoni o panzerotti dolci (i caveciuncìdde).

I liquori rappresentano il fiore all'occhiello della cucina rodiana. Per primo c'è il limoncello, un liquore preparato con i tipici limoni femminello che hanno reso famosa la cittadina garganica, seguito dall'arancino, liquore di arance, dal Laurino, liquore di alloro, e dal mostocotto, un liquore di amarene.

  • Mercato settimanale: ogni sabato, in centro;

  • GarganoLetteratura - Una rassegna culturale che ha come sedi principali i due vicini comuni di Vico del Gargano ed Ischitella e che si compone di una serie di appuntamenti e manifestazioni alla scoperta del Gargano segreto e leggendario, della sua cultura e del folklore, attraverso la poesia e la narrativa.

  • Estate Rodiana. E' la serie di eventi e manifestazioni culturali che da anni caratterizzano la cittadina durante i mesi estivi. Il programma presenta una serie di appuntamenti di vario tipo e che variano di anno in anno.

  • Luglio - Rodi Jazz Fest. Il festival dedicato al Jazz italiano ed a tutta la musica da esso derivata promosso dal Conservatorio di musica "Umberto Giordano" di Rodi Garganico. Sette giorni di appuntamenti musicali e molti dei nomi più prestigiosi del panorama jazz italiano ed internazionale.
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