Pegli è un borgo marinaro del ponente genovese, in Liguria. Nonostante come tutto il ponente genovese sia stata interessata dallo sviluppo industriale del secondo dopoguerra, ha conservato in gran parte le caratteristiche di pregio ambientale che ne avevano fatto nel passato una delle mete di soggiorno preferite da nobili e ricchi borghesi ed oggi è il quartiere residenziale di maggior pregio nel ponente.
Il suo nome deriva dall'antica "Pyla Veituriorum" fondata, come altre nella zona, dalla tribù ligure dei Veturii.
Il termine "Pyla" potrebbe derivare dal greco "pylae" (passo tra i monti), con riferimento agli antichi percorsi che dal litorale risalivano la valle del Varenna valicando poi l'Appennino, diretti verso il Piemonte.
L'antica Pyla Veituriorum fu fondata dai Liguri Veturii allo sbocco a mare della Val Varenna, all'inizio di un percorso creatosi spontaneamente lungo i crinali montuosi verso le Capanne di Marcarolo, nell'antichità importante centro di scambi commerciali. Fino al XVI secolo il paese, benché abbastanza popolato, soprattutto da pescatori e contadini, non doveva avere una particolare importanza, né commerciale né come luogo di soggiorno di famiglie patrizie; era dotato di un piccolo porto, adatto per le imbarcazioni dei pescatori ma non per l'attracco di navi di grandi dimensioni.
A partire dalla metà del Cinquecento lungo la via medioevale che collegava Genova con i paesi della riviera di Ponente, impropriamente chiamata "via Antica Romana", sorsero prestigiose residenze suburbane di alcune ricche famiglie patrizie genovesi, ed in particolare della famiglia Lomellini, presente a Pegli con numerose proprietà, tra le quali diversi palazzi, alcuni dei quali ancora oggi intatti.
Tra questi la villa Lomellini Rosa (nell'attuale viale Modugno), la villa Lomellini-Banfi, il palazzo Lomellini di Porticciuolo (oggi Hotel Mediterranèe) e la villa Lomellini Rostan a Multedo. In quello stesso periodo i Lomellini, che avevano ottenuto in concessione l'isola di Tabarca, prospiciente alle coste tunisine, vi fecero trasferire quasi trecento famiglie, per la maggior parte pegliesi, che si dedicarono alla pesca del corallo.
La presenza dei "tabarchini" sull'isola durò fino alla metà del XVIII secolo, quando i loro discendenti dovettero trasferirsi a Carloforte, in Sardegna, dove ancora oggi si parla il tabarchino, una variante del ligure derivata dall'antico dialetto pegliese.
La Repubblica Ligure napoleonica, annessa nel 1805 all'Impero francese, nel 1814, a seguito delle decisioni del Congresso di Vienna passò al Regno di Sardegna, e con essa anche i comuni di Pegli e Multedo.
Dalla metà dell'Ottocento e fino alla prima guerra mondiale aristocratici ed esponenti dell'alta borghesia, italiani ed europei, trascorrevano la stagione invernale in ville ed alberghi, mentre durante l'estate ricche famiglie del nord Italia frequentavano Pegli per i bagni di mare. La presenza di personalità politiche, nobili ed artisti di fama accrebbe in quel periodo il prestigio della cittadina. Tra gli ospiti più illustri si annoverano i principi ereditari di Germania, esponenti di casa Savoia e letterati quali George Sand, Alfred de Musset, August Strindberg, Franz Kafka, Arrigo Boito ed altri.