Buonconvento (dal nome latino Bonus Conventus) nel suo spirito di comunità felice, è un piccolo borgo costruito sull’antico tracciato della Via Francigena. Adagiato e cresciuto grazie alla fertilità dei fiumi Arbia e Ombrone, è ancora luogo di accoglienza, come lo era in passato per i pellegrini e viandanti diretti a Roma. L’insediamento originario era sul colle di Percena, avamposto fortificato del Comune di Siena, a guardia del guado sul fiume Ombrone. Si respira ancora un’atmosfera senza tempo, uno stile di vita, un ritmo scanditi dal rintocco dell’orologio della torre medioevale del Palazzo del Podestà. Ci si può perdere fra i vari vicoli e “chiassi” che si snodano suggestivi nel borgo storico, dove giochi di luci e coni d’ombra si intessono, mentre ascolti il riecheggiare dei passi sul selciato medioevale, col desiderio di deliziare il tuo palato con qualche piatto gustoso preparato con ingredienti genuini, schietti, semplici ma essenziali come il pane e l’olio, oppure che profumi del ricercato tartufo Bianco delle Crete Senesi che cresce all’ombra dei pioppi dalle fronde d’argento mosse dalla brezza, cui si anela nelle sere d’estate. Mentre l’oste ti rinnova l’invito ad assaggiare i salumi e formaggi serviti sul tagliere, tu scorri nel menù la varietà della cacciagione e pensi a come esaltarne il sapore con un buon vino rosso d’annata. Speri magari di far scaturire fra quelle ricette deliziose la suggestione dello spirito del luogo, per appagare il piacere della convivialità, proprio come facevano i pellegrini e i viandanti un tempo: quella sacralità religiosa e socialità pagana dei riti secolari, apprendendo qualche curiosa leggenda sul fantasma di cui hai sentito appena un richiamo, oppure sulla passione e gli intrighi amorosi che si narravano attorno al conforto del focolare, nelle veglie dei casolari di campagna.
E’ ricordato nei libri di storia fin dal 1191 come luogo di sosta durante il passaggio del Re di Francia Filippo Augusto e, successivamente, per l’infausta permanenza dell'Imperatore del Sacro Romano Impero, Arrigo VII di Lussemburgo, che ahimè già seriamente malato, qui trovò la morte il 24 agosto del 1313. Nel 1316 il borgo fu assalito da Uguccione della Faggiola e nel 1358 dai Perugini in lotta contro i Senesi. Nel 1371 iniziarono i lavori per la costruzione della fortificazione del borgo, che durarono ben 12 anni. Nel 1385 fu costruito il Palazzo Podestarile con la torre civica. Nel 1400 il paese divenne sede di una vasta podesteria comprendente 32 località. Nel 1480 i Governatori Senesi concessero il privilegio della cittadinanza senese. Successivamente, nel 1559 a seguito della caduta della Repubblica di Siena Buonconvento entrò a far parte del Granducato di Toscana, sotto la Signoria della potente famiglia Medici. Conserverà la podesteria, rimanendo il più importante centro della Val d’Arbia a lungo. Molti illustri letterati sono transitati qui rimanendo affascinati da questa terra e nei loro appunti di viaggio hanno ricordato questo delizioso scorcio di Toscana. Ci preme ricordare, fra i tanti, i versi del grande poeta Luzi: “Passata Siena, passato il ponte d’Arbia, è lei, terra di luce che sempre, anche lontano, inseparabilmente mi accompagna…” oppure “Avrai la più bella vista di questo mondo” come scriveva il poeta inglese Thomas Gray nel 1740 della campagna a sud di Siena in una lettera alla madre, durante uno dei suoi viaggi verso Roma. Fu ricordato dal Boccaccio nella quarta novella della nona giornata del Decameron, per la sventura capitata al poeta senese Cecco Angiolieri.
Una curiosità: per restare in tema di poesia Buonconvento nel 1920 ha dato i natali al poeta, grecista e rinomato latinista Alceste Angelini.
Il turista potrà immergersi in un paesaggio ancora incontaminato, caratterizzato da valli ornate da filari di cipressi, colline variamente coltivate a viti oppure spolverate dalle foglie d’argentei ulivi, tanto da sembrare un dipinto uscito dai tratti e pennellate decise dei Macchiaioli. I piccoli boschi si incendiano di colori nell’autunno. A testimonianza della tradizione rurale la campagna è disseminata qua e là di antichi casolari (ove aleggiano leggende romantiche) finemente restaurati mantenendo i caratteristici loggiati, gli incantevoli portici, i caratteristici mattoni rossi e ancora, cappelle, oratori, pievi, ville padronali ornate da parchi e giardini ben curati come fossero scrigni di capolavori dell’architettura e, infine, castelli. Così peraltro ebbero a percepirlo secoli fa anche i pittori della Scuola senese che, nella loro purezza formale prossima all'astrazione, ne fecero ripetute citazioni raffigurandolo nei rilievi inceneriti, desertici, a volte appena striati.
Tra i monumenti principali del borgo ricordiamo: La Porta Senese, i Musei Comunali di Arte Sacra della Val d’Arbia e della Mezzadria Senese, i palazzi in stile Liberty fra i quali spicca villa La Rondinella, la chiesa SS. Pietro e Paolo. Nei dintorni del borgo incontriamo La Pieve di Santa Innocenza a Piana, un complesso fortificato attestato al 1081; Villa La Piana con il settecentesco Oratorio, complesso che fu grancia dell’Ospedale Santa Maria della Scala di Siena. Per appagare la curiosità degli appassionati sorgono quattro castelli di proprietà privata che in particolari occasioni vengono aperti per le visite al pubblico: Castelrosi, Castelnuovo Tancredi, Bibbiano e La Torre a Bibbiano. Escursioni interessanti possono essere fatte per raggiungere le aziende agricole di Chiatina, Armena, Casale Sergardi, Serravalle e Resta.