In periodo medievale sui resti romani fu costruito un castello con cinta muraria, di cui oggi rimane testimonianza dalla Torre Baglioni. Fin dall’antichità questo territorio fu legato alla produzione viti-vinicola. Lo stemma comunale è infatti una torre avvolta da un cartiglio con grappoli d’uva a ricordo dei due elementi che caratterizzano il borgo.
Cosa vedere
Da non perdere la graziosa Piazza Santa Maria dalla quale si raggiunge poi via Garibaldi, già cuore del centro storico di Torgiano, sulla quale si affacciano edifici con decorazioni pittoresche. Si incontra poi Piazza Baglioni, caratterizzata da una fontana del 1986 di Nino Caruso, la “fonte di Giano”, in riferimento alle origini dell’insediamento e alla collocazione del borgo, posto alla confluenza tra i fiumi Tevere e Chiascio. Caratteristica la pavimentazione della piazza con un motivo a grandi macine da olio disegnate attraverso l’impiego di materiali tradizionali umbri come cotto, travertino e pietra serena.
Da non perdere una visita alla Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, edificata alla fine del XIII secolo, ma il cui aspetto attuale è frutto di un rifacimento del XVIII secolo. In prossimità della chiesa troviamo l’Oratorio della Compagnia della Morte, o della Misericordia, edificato nel 1587 e restaurato agli inizi del Settecento come ci ricorda l’iscrizione posta sotto il timpano; oggi si tratta di un ambiente sconsacrato, adibito all’allestimento di mostre.
Per la sua storia e per la necessità di controllare da vicino la gestione delle terre vocate alla produzione agricola, il borgo di Torgiano è caratterizzato dalla presenza di numerosi palazzi e ville nobiliari.
(Per informazioni sul Museo: https://www.muvit.it/museodelvino/)
Altra meta da non perdere è il Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO), anch’esso legato alla famiglia Lungarotti. Attraverso documenti, incisioni, reperti di varia tipologia viene illustrata la storia dell’ulivo e del suo frutto, oltre che del prodotto finale, con ampia attenzione dedicata ai significati che ha assunto nel corso dei millenni.
(Per informazioni sul Museo: https://www.muvit.it/museodellolio/)
Torgiano ospita anche il Museo Arte Ceramica Contemporanea (MACC), inserito nel Sistema Museale dell’Umbria, con sede su due livelli di Palazzo Malizia. Il piano terra ospita le numerose opere donate alla città da Nino Caruso, maestro d’arte ceramica, già ricordato per la fontana di Piazza Baglioni. L’altra sezione del museo è incentrata sulla manifestazione ideata nel 1996 proprio da Nino Caruso “Vaselle d’autore per il Vino Novello”.
(sito del turismo di Torgiano: https://www.turismotorgiano.it/ita/16/musei/2/museo-arte-ceramica-contemporanea-macc/)
Proseguendo la visita del borgo si incontra l’Oratorio di Sant’Antonio edificato con molta probabilità nel XV secolo, in concomitanza con la fondazione della Confraternita di Sant’Antonio, mentre lungo via Garibaldi, poco oltre il retro di Palazzo Baglioni si può ammirare la Chiesa di Santa Maria del Castello, una delle chiese più antiche del borgo, di cui abbiamo testimonianze dalla prima metà del Cinquecento. La facciata è davvero graziosa: in pietra e mattoni è arricchita da un piccolo campanile a vela con tre campane. Sopra i due ingressi è presente una nicchia che custodisce un affresco raffigurante una Madonna col Bambino.
Una curiosità: il 15 agosto di ogni anno presso questa chiesa avviene la tradizionale benedizione del basilico, a testimonianza dell’importanza del culto mariano nel territorio.
Una breve passeggiata ci porta poi al di fuori della cinta muraria, dove troviamo la bellissima Torre della Guardia, o Torre Baglioni che domina la valle in direzione di Perugia. Sino alla metà del XV secolo costituiva l’ingresso di una zona doganale. A base rettangolare è arricchita da una merlatura guelfa ed è stata riportata allo stato originale da un lungo intervento di restauro. Su di essa troviamo poi lo stemma comunale.
Caratteristico e scenografico il viale che ci conduce alla torre, delimitato da due filari di cipressi che ritroviamo anche una volta attraversata la torre fino alla piccola Chiesa di Santa Maria dell’Olivello, del XVI secolo, situata nei pressi del cimitero e per questo anche conosciuta come “Chiesa del Camposanto”.
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