Rivodutri è un borgo di 1300 abitanti, adagiato sulle prime pendici del Monte Terminillo che comincia ad elevarsi già alle spalle del paese e affacciato sulla vasta piana di Rieti.

RIvodutri

Come molti luoghi dell’Appennino, nasconde tesori sconosciuti, dalle straordinarie Sorgenti di Santa Susanna, che con i loro 5.000 litri al secondo sono fra le più grandi d’Europa, alla Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, che custodisce una natura intatta ed i resti dell’antico Lago Velino che un tempo occupava tutta la piana.

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Tutt’attorno ai due laghi, la piana mostra un paesaggio agrario così bello e ben conservato da essere in predicato per entrare nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici. E ancora, un antico mulino ad acqua che sembra essere il più antico sempre in funzione in Italia, e l’enigmatico arco in pietradenominato “La Porta Ermetica di Rivodutri” noto a studiosi e appassionati di alchimia per le sue iscrizioni che esprimono il mistero della trasmutazione, non solo e non tanto dei metalli, quanto della psiche e dei rapporti tra corpo-anima-spirito nell’uomo. 

La Porta Ermetica

Ma il territorio di Rivodutri non è solo parte della grande pianura: alle spalle del paese, infatti, si estende una vasta zona montana ammantata di estesi e bellissimi boschi di faggio ideali per escursionisti e naturalisti, con scorci panoramici e larghe vedute su tutta la valle, e che annovera alcune emergenze rilevanti, come il colle dove sorgono i resti dei Casalini di Cocoione, antico insediamento fortificato in posizione dominante.

Il borgo ha una storia antica: le sue origini risalgono all’anno 1000, quando viene citata nelle cronache una località denominata Rigodutri, nome che deriverebbe dal fatto che il colle su cui sorge il paese è solcato ai lati da due ruscelli.

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Prima di allora, Rivodutri come gli altri centri agricoli vicini, aveva seguito le sorti del Lago Velino e della piana reatina, bonificata dal Console romano Marco Curio Dentato con l’apertura di un varco di deflusso che apre una nuova strada al Fiume Velino, le cui acque così liberate defluiranno dalla piana, per formare più a valle le spettacolari Cascate delle Marmore.  

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La piana, bonificata definitivamente negli anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso,  è oggi una vasta area agricola fra le più fertili e produttive del centro Italia,tanto da essere stata nel secolo scorso la culla del grano italiano, luogo di sperimentazione e produzione di alcune delle varietà più importanti e diffuse, e Rivodutri è un centro vivo e vitale, con un bel  centro storico che mantiene intatto il suo impianto medievale, e le frazioni della piana che hanno visto fiorire numerose attività di servizio e ricettività, incentivate dalle sempre maggiori presenze turistiche attirate dalla bellezza del paesaggio, dalla Riserva naturale dei Laghi, e dai tanti luoghi legati alla presenza di San Francesco, che in questa valle soggiornò a lungo.

Antica cartolinaPer comprendere appieno la bellezza di questo territorio, basterà percorrere la strada che dalle Sorgenti di Santa Susanna conduce a Rivodutri e più in alto a Cepparo e alla zona montana, e fermarsi ad osservare il borgo antico e la grande pianura. Così, agli inizi del secolo scorso, il viaggiatore Vincenzio Micheli descriveva la piana di Rieti vista da Cepparo, piccola frazione di Rivodutri: “…lungo la strada di Rivodutri, s’incontra il villaggio del Cepparo a più di 800 metri sul livello del mare, da dove l’occhio gode uno spettacolo veramente meraviglioso e dove, in un bel mattino di sole, si assiste ad una di quelle scene meravigliose che invano le più celebri penne e i più artistici pennelli tentano di rappresentare all’immaginazione con la suggestione delle loro frasi e dei loro colori.” Sono molti insomma i motivi per venire a scoprire Rivodutri e il suo territorio. Dopo aver visitato il bel centro storico, scoprendo fra stretti vicoli e piazzette le numerose opere d’arte murali del percorso “Rivodutri contemporanea”, vale la pena di scendere poco più a valle ad ammirare il piccolo cimitero di Apoleggia dove gli artisti di Collettivo FX hanno rappresentato sul muro esterno scene del rapporto fra San Francesco e lanatura, creando una suggestiva quinta colorata,  o risalire la strada che conduce in montagna per una visita allo straordinario Faggio di San Francesco.  Il faggio, per la sua particolarità e rarità è stato di recente insignito del titolo di “Albero Monumentale” dal Ministero dell’Agricoltura, e riconosciuto come “Monumento Naturale” da parte della Regione Lazio. 

Questo singolare albero è famoso per la sua forma spettacolare, con i rami che s’intrecciano sinuosi a creare onde e nodi dalla bellezza inusuale. La tradizione vuole che la pianta abbia assunto questa conformazione per riparare San Francesco da un furioso temporale che lo sorprese durante il suo cammino verso il Santuario di Poggio Bustone. Al cadere della notte, sorpreso dal temporale, il Santo elesse a ricovero quel faggio, che per meglio proteggerne il riposo, ripiegò i suoi rami verso il terreno a forma di capanna.

Da quella notte i rami del faggio conservarono sempre la loro posizione inclinata verso la terra alla quale erano stati costretti dalla pressione del mantello del Santo, da questi disteso sulle chiome a riparo dalle intemperie di quella notte leggendaria. Oggi la passeggiata al faggio è un rito al quale nessun Rivodutrano di sottrarrebbe mai: dopo aver raggiunto a piedi o in automobilela Chiesetta di San Francesco, su un largo pianoro circondato da faggete, un comodo sentiero conduce in pochi minuti al faggio, che appare davvero come un miracolo della natura, un autentico monumento.. Il vetusto albero porta con se anche una tradizione orale fatta di storie e racconti che hanno creato intorno ad esso un alone di fascino, mistero e sacralità, ed è una delle tappe più importanti del percorso del Cammino di Francesco, lungo anello che ripercorre i luoghi legati alla presenza del Santo in questa valle.

Per concludere la giornata, niente di meglio di una sosta alle magnifiche Sorgenti di Santa Susanna, dove le acque cristalline, costantemente a 5°, creano un microclima che mitiga la temperatura rendendola fresca anche d’estate. Nei dintorni della Sorgente, dopo una visita all’antico Mulino, dove è possibile acquistare farine di gran pregio, a di meglio di una sosta per gustare i gamberi di fiume o le squisite trote di sorgente, cucinate nei rinomati ristoranti locali, che vantano anche uno chef stellato fra i più stimati d’Italia.