Il borgo incantato di Montefalco sorge su una piccola collina, dalla strada ti appare sornione, chiuso come un’ostrica da aprire. Gode di un panorama bellissimo, fatto di vigneti curati come tappeti persiani, campanili di piccole chiese che fanno capolino… esso spazia da Perugia a Spoleto.
Montefalco va trovato, va cercato, va studiato, questo piccolo borgo di 7000 mila abitanti circa, custodisce tesori artistici inestimabili (come il ciclo pittorico di Benozzo Gozzoli nella chiesa di San Francesco) e da il nome ad uno dei più famosi vini pregiati italiani, il Sagrantino di Montefalco.
Il suo nome deriva da Federico secondo di Svevia, che notò la numerosa concentrazione di falchi nella zona, da qui appunto Montefalco. Una volta parcheggiata la macchina, nell’inaspettato enorme parcheggio, incontriamo la prima pelle della città, ovvero le sue mura e le sue porte, tra cui la porta di Sant’Agostino e la torre merlata del Verziere che da secoli guarda e difende l’ingresso nel borgo.
L’ho definito incantato perchè nel momento in cui ho visitato il borgo, proprio da qui, era passato il giro d’Italia, un tripudio di fiori rosa acceso inodava la via maestra, i ristoranti, i palazzi e le finestre, creando una cornice da quadro a questo paesino. Mi suona di ricercato, simile ad una pietra preziosa levigata in ogni suo aspetto, curato in ogni angolo, questa è la sensazione che ho provato camminando per i vicoli di questo paesino. Il sole di Maggio si rifletteva in piazza del comune ed esaltava la bellezza del duecententesco palazzo comunale, a mio avviso uno dei palazzi più belli d’Italia.
Il percorso artistico è illimitato, nonostante il piccolo borgo, le opere sono di carattere internazionale, ci si può perdere nel complesso museale della chiesa di Sant’Agostino che al prezzo di 7 euro, ci offre incredibili opere del Perugino, Melanzio, pittore nativo proprio di Montefalco, e la bellissima cappella affrescata da Benozzo Gozzoli, pittore Fiorentino che con un ciclo di affreschi dedicato alla vita di San Francesco, ha lasciato un importantissima impronta rinascimentale. L’altra chiesa degna d’importanza è la chiesa di Santa Chiara da Montefalco, che conserva il corpo della santa ed è decorata da affreschi di scuola umbra. Per riprenderci possiamo sederci e gustare le prelibatezze offerte da molti ristorantini tipici lungo la via maestra del paesino. I ristoranti, sono piccoli inglobati nelle case, quindi bisogna affrettarsi nel sceglierli, quasi tutti hanno un retro, da cui si gode un panorama meraviglioso sulle colline umbre.
Assolutamente da non perdere le bruschette, per assaggiare l’olio che viene prodotto a chilometro zero, e il miele sempre originario del posto, su deliziosi formaggi. Qui a mezza via tra Assisi e Spoleto, ci sono tutti i necessari per passare un weekend all’insegna dell’arte e della buona cucina. Resterete incantati dalla precisione con cui viene gestito questo borgo ricco di storia.