Una storia ricca di avvenimenti è quella del Myanmar (ex Birmania). Dopo il susseguirsi di diversi regni nel Medioevo, nel 1824 l’esercito britannico sconfisse per la prima volta quello birmano. Quando, nel 1948, il Paese del Sudest asiatico riuscì a liberarsi dall’autorità coloniale britannica, si impose una dittatura militare. Da allora il Myanmar è cambiato molto ed è persino riuscito a diventare una destinazione molto amata dai turisti. Ma nuovamente, all’inizio del 2021 il Paese ha subito un nuovo colpo di Stato.
Prima del periodo coloniale
A partire dal XV secolo i birmani instaurarono rapporti con i veneziani. Nel XVIII secolo, poi, entrarono in contatto con i francesi. Nonostante siano state rilevate tracce dell’esistenza di insediamenti precedenti, il Regno di Pagan, fondato nell’849, è considerato il primo regno birmano. Il nuovo regno strinse legami molto stretti con l’India e la Cina e diventò estremamente prospero. In quel periodo storico, vennero costruiti capolavori artistici, tra cui molti templi e monasteri visitabili ancora oggi.
Dopo la caduta del Regno di Pagan – capitale dell’antico regno – la Birmania venne suddivisa ed ebbero origine tre nuovi regni: il Regno di Mrauk U nella regione di Arakan, il Regno di Hanthawaddy, la cui capitale fu Pegu e il Regno di Ava. Quest’ultimo riuscì poi a riconquistare l’intero Paese.
Valle dei templi di Bagan – Alexander Schimmeck
Il periodo coloniale
La prima vittoria dell’esercito britannico contro quello birmano risale al 1824. Gli inglesi decisero quindi di annettere il regno e di aprire un varco tra l’India e Singapore. Nel 1886 la Birmania divenne ufficialmente una provincia dell’India britannica, con capitale Yangon. Nel 1930 le tensioni cominciarono ad aggravarsi e i nazionalisti colsero l’occasione della Seconda guerra mondiale per liberarsi dagli inglesi. Il 4 gennaio 1948, dopo l’assassinio da parte dei sicari U Saw, Aung San, generale e politico birmano, la Birmania venne dichiarata indipendente.
Vista su Yangon – Alexander Schimmeck
Il periodo postcoloniale
Il 2 marzo 1962 il governo venne deposto da una dittatura militare che impose il suo potere. Si susseguirono poi diverse dittature. Aung San Suu Kyi, figlia di Aung San, già esiliata in passato, tornò nel Paese per fondare la Lega Nazionale per la Democrazie (LND). Nel 1989 la giunta militare modificò il nome del Paese in Myanmar. L’anno dopo il partito di Aung San Suu Kii vinse le elezioni, ma il governo al potere mise al bando il suo partito.
La giunta militare venne sciolta ufficialmente nel 2011, dopo una catastrofe naturale che colpì il Paese nel 2008. La Birmania poté così aprirsi al resto del mondo. L’8 novembre 2015 il Partito Democratico di Aung San Suu Kii vinse le elezioni e nel Paese ebbe inizio un periodo di democrazia.
Libri al mercato – Alexander Schimmeck
Cosa visitare in Myanmar
Da allora, il Myanmar è diventato una destinazione turistica sempre più apprezzata. È un Paese che offre moltissimo ai suoi visitatori: dalle città, agli edifici religiosi, fino alle bellezze naturali. Per gli amanti delle città, Naypyidaw, la capitale del Paese, è nota soprattutto per le sue pagode, come quella di Uppatasanti – chiamata anche la “Pagoda della Pace”-, le sue fontane e i suoi musei. Oltre alla capitale Naypyidaw, anche il cuore economico del Paese, ovvero Yangon offre moltissime attrazioni. Gli edifici della città permettono ai turisti di ripercorrere la storia del Paese e i mercati della città, come Bogyoke Aung San Market, offrono uno spaccato di vita locale.
I siti religiosi colpiscono i turisti non solo per la bellezza della loro architettura, ma anche per l’atmosfera solenne e avvolgente. A Yangon si trova la pagoda Shwedagon, dal 2018 candidata per entrare a far parte del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. La valle di Bagan, poi, nota anche come “valle dei templi, offre un panorama inconfondibile che unisce le linee sinuose degli edifici a quelle più aspre del paesaggio. Per non parlare della Roccia d’Oro, ovvero la pagoda Kyaiktiyo, terzo luogo più importante di pellegrinaggio buddista. Infine, per chi preferisce immergersi nella natura, si consiglia una visita al lago Inle, per soggiornare in uno dei piccoli alberghi della zona ed esplorare i negozietti e bazar lungo il lago. Il monte Popa è un’altra destinazione molto apprezzata: si tratta di un vulcano sulla cima del quale venne costruito un imponente monastero, un luogo che lascia a bocca aperta per la sua maestosità.
Pagoda di Shwedagon – Si Thu Aung
La richiesta del visto
Per scoprire tutte le meraviglie che il Myanmar ha da offrire, occorre richiedere un visto. Per incentivare il turismo, il Myanmar ha introdotto un sistema di visti elettronico. Il visto Myanmar può essere richiesto comodamente online, facendo risparmiare ai turisti lunghe code all’aeroporto. All’arrivo basta dirigersi verso il controllo passaporti. La versione elettronica del visto per il Myanmar è valido per 90 giorni e consente di soggiornare nel Paese fino a un massimo di 28 giorni. Inoltre, può essere richiesto da tutti i cittadini dell’Unione Europea.
Il colpo di Stato del 2021
La storia del Paese, però, continua ad arricchirsi di eventi. Proprio quest’anno il Myanmar ha subito un nuovo colpo di Stato. Il consigliere di Stato Aung San Suu Kyi, il presidente del Paese e altri leader del partito al governo sono stati arrestati e detenuti dal Tatmadaw, l’esercito del Myanmar, che ha poi dichiarato uno stato di emergenza della durata di un anno. Il potere è stato consegnato al comandante in capo delle forze armate e il golpe ha suscitato fortissime proteste in tutto il Paese. Pertanto, prima di partire per il Myanmar, è bene consultare la pagina dedicata sul sito del Ministero degli Esteri, disponibile su https://www.viaggiaresicuri.it/country/MMR.
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