La pesca del tonno ha origini molto primitive e la tradizione legata al mondo del tonno rosso e della sua caccia senza sosta affonda le sue radici in Mesopotamia e nelle città costiere di tutto il Medio Oriente. La spiccata gregarietà di questo pesce, il suo radunarsi in grandi branchi nelle zone costiere, dove l’acqua era più bassa, facilitando così la deposizione delle uova ha reso anche più semplice catturarli e fondare sulla loro carne (in realtà del tonno, come del maiale, non si butta via niente) non solo una florida economia ma una cultura, una storia, una tradizione che aleggia ancora nei porti di quei borghi dove la Tonnara era l’unica fonte di sopravvivenza (e successivamente di reddito) di queste popolazioni.
Già ai tempi di Omero e Plinio si racconta della pesca del tonno in Sicilia e con il passare del tonno si diffonderà in tutto il Mediterraneo sino allo Stretto di Gibilterra, punto dal quale i tonni penetravano nel Mare Nostrum tra Aprile e Maggio carichi di uova. Nascono i primi veri sistemi economici e di dominio di ampie zone di mare, veri riti e tradizioni, la figura del Rais ovvero colui che coordinava tutte le diverse fasi della pesca del tonno.
Barcacce si godono il sole (e la pensione) nei pressi della Tonnara di Bonagia (Valderice, Trapani)
Un mondo antico e selvaggio, l’eterna lotta tra l’uomo la natura, storie di uomini e di mare che meritavano di essere raccontate.
L’Isituto Luce infatti sta ormai completando a Roma il montaggio del documentario (70 minuti circa) ‘Diario di Tonnara’, che parteciperà ai principali concorsi di filmografia nazionale ed internazionale si spera già dalla seconda metà del 2018. Il lungometraggio è un affascinante viaggio nei luoghi e nei ricordi delle più famose tonnare trapanesi, riscoprendo tradizioni, storie di uomini e di barche. Il ‘Diario di Tonnara’, che vede Giovanni Zoppeddu dietro alla macchina da presa, prende spunto dall’omonimo libro di Ninni Ravazza (‘Diario di Tonnara’, Magenes Editore, Milano, 2005), che al film presta la voce per le orecchie dell’ascoltatore, accompagnandolo in questo viaggio attraverso luoghi e borghi incantati della Sicilia e della Sardegna: Marzamemi, San Vito lo Capo, Scopello, Bonagia e Carloforte (in Sardegna).
ex Stabilimento Florio delle Tonnare delle Isole di Favignana e di Formica (Trapani)
Il regista Giovanni Zoppeddu ha volutamente evitato il ricorso alle immagini spesso folcloristiche della mattanza, fase finale della pesca, puntando piuttosto l’attenzione sull’aspetto culturale e antropologico dell’attività delle tonnare. Il “team” che ha lavorato al lungometraggio è composto da Claudio Marceddu (direttore della fotografia), Maria Chiara Sanna (operatore), Stefano Civitenga (fonico), Luca Onorati (montatore), Maura Cosenza e Angelo Musciagna (produzione per Istituto Luce), Marco Cabitza (location manager), Simone Murru (macchinista).
Nel 2019 ‘Diario di Tonnara’ verrà distribuito finalmente in dvd all’interno di un cofanetto insieme al libro di Ninni Ravazza. Non resta che aspettare per goderci un pezzo di affascinante storia e di tradizione marinara il cui sapore resta ancora intrappolato nelle reti da pesca lasciate ad asciugare nei porti di questi borghi marinari.
ph. riserva-vendicari.it, archeologiaindustriale.net e panoramio.com
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