La rocca Sanvitale, nota anche come castello di Fontanellato, è un maniero d'epoca medievale interamente circondato da fossato colmo d'acqua di risorgiva. L'originaria fortificazione a difesa del borgo di "Fontana Lata" fu eretta a partire dal 1124 per volere del marchese Oberto I Pallavicino. Nel XIV secolo i Visconti si impossessarono della fortezza, che nel 1378 Gian Galeazzo Visconti concedette in beneficio ai guelfi Sanvitale, come compenso per la loro fedeltà. Il castello si sviluppa su una pianta quadrata attorno a un cortile centrale, con quattro torri angolari, di cui tre cilindriche. La facciata principale, interamente rivestita in laterizio come il resto della struttura, è preceduta dal seicentesco ponte in muratura d'accesso, che conduce all'alta torre centrale. Sopra all'ampio portale d'ingresso ad arco a tutto sesto si aprono simmetricamente due portefinestre con balconcino in ferro battuto. In sommità si staglia un grande orologio seicentesco con quadrante interno ed esterno. L’unica lancetta dorata, arricchita con la raffigurazione centrale del Sole, è collegata a tre campane, che scandiscono il passare del tempo secondo un complesso schema; il quadrante esterno indica le 12 ore con numeri romani, le mezze ore con lance e i quarti d'ore con linee. A coronamento si elevano lungo il perimetro della torre e dell'intero castello merlature ghibelline, in parte coperte da tetti. Alla sinistra del torrione d'accesso si innalza in aggetto una seconda torre più piccola, che in origine fungeva da mastio e da ingresso alla rocca; la muratura mostra ancora a metà altezza i segni dei merli a coda di rondine accecati e dei bolzoni chiusi del ponte levatoio, che si collegava attraverso il portale centrale ad arco a tutto sesto col primitivo atrio d'ingresso, successivamente trasformato nella cappella di San Carlo. Al suo interno il castello conserva numerose sale visitabili al piano nobile e al piano terreno, ricche di affreschi in parte cinquecenteschi e ornate con pregevoli arredi e quadri risalenti al XVII e XVIII secolo; fra tutte spicca per importanza la Saletta di Diana e Atteone, dipinta dal Parmigianino tra il 1523 e il 1524.