Il toponimo Cetona probabilmente deriva da un'antica pieve paleocristiana, citata nei documenti come baptisterium Sancti Johannis de Queneto o de Queteno, forse in riferimento al torrente Chieteno che scorre poco a sud. In un testo del 1275 tale chiesa è riportata come plebs Sancti Johannis de Scetona. Reperti risalenti all'eneolitico sono stati rinvenuti nei dintorni della città, presso la tomba Lattaia. Da segnalare in zona il borgo medievale e la pieve di San Giovanni Battista a Camposervoli, il Museo Civico per la preistoria del Monte Cetona e Villa La Vagnola.
Tra il VII-VI secolo a.C., villaggi etruschi sorgono sulle colline di Chiusi e Sarteano. A Cetona l'insediamento è documentato nei pressi di Camposervoli. Nel 1207 si ha la prima menzione del castello di Cetona. Nel 1260 il borgo passa alla Repubblica di Orvieto, dopo una lunga contesa con quella di Siena. Nel 1418 passa invece alla Repubblica di Siena. Nel 1556, fedeli a Siena per quasi un secolo e mezzo, gli abitanti, decimati dalle pestilenze e dalle guerre, si arrendono senza combattere all'esercito imperiale in Toscana quando questo si presenta sotto le mura. Il borgo viene così inglobato nel Granducato di Toscana. Nel 1558-69, Cetona è concessa in feudo dal Granduca Cosimo I alla famiglia Vitelli. Con il marchesato dei Vitelli ha inizio un'epoca d'oro per la cittadina. Tornata nel 1770 a far parte del Granducato di Toscana, ne segue le sorti fino al Risorgimento e all'unità d'Italia.
La naturalezza con cui la pietra delle architetture si fonde con la delicatezza quasi pittorica del paesaggio toscano, costituisce la meraviglia di Cetona. Basta salire per le strette vie lastricate chiamate “coste”, perché costeggiano il monte, o addentrarsi nella “cittadella”, l’antico grumo di case che domina la piazza rinascimentale, per cogliere la poeticità di questo luogo, una “gioia di forme serene”, come ha scritto Piero Grassini. La campagna intorno a Cetona è così bella da apparire quasi una rappresentazione oleografica di un paesaggio rinascimentale.Le mura, che un tempo avevano tre giri, oggi conservano nel rotondo Torrione del Rivellino, risalente alla metà del XVI secolo, la traccia più importante della terza cerchia.
La struttura urbana risente delle vicende guerresche del periodo medievale, quando Cetona doveva barcamenarsi tra Siena e Orvieto che se la disputavano con le armi. Questa valle punteggiata di pievi e sfavillante di ulivi, pini e cipressi, in passato ha incantato intellettuali e viaggiatori come Bernard Berenson, Romain Rolland, Paul Bourget, e nel presente offre più prosaico riparo, tra le antiche case del borgo o nei casolari in campagna, a personalità del mondo dell’economia, della cultura, della moda.
La scrittrice Angela Bianchini vive a Cetona da molti anni nella casa che fu del pittore Lionello Balestrieri, e una dimora appartata ospita Guido Ceronetti, scrittore dissacrante che scrive: “Già oggi quasi tutta la campagna, con l’agromeccanica, l’agrochimica, la monocultura, i soldi, l’abbandono, lo spegnersi di infinite sue voci, è ben vigilia di Italoshima” (Albergo Italia, 1985). Ma con la sua serena bellezza Cetona è il posto giusto per “dare calma e refrigerio all’albergo del malessere” in cui si è ridotta la nostra vita.
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Borgo di Cetona
Comune di Cetona
Provincia di Siena
Regione Toscana
Abitanti: 2.755
Altitudine centro: 385 m s.l.m.
il Comune fa parte di:
I Borghi più belli d'Italia
Città del vino
Città dell'olio
Paesi bandiera arancione
Unione Valdichiana Senese
Comune
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