Il borgo medievale di Montemerano fu fatto edificare nel corso del XIII secolo dalla famiglia Aldobrandeschi sulla parte più alta della collina, circondata dalla campagna maremmana, lungo la strada che da Manciano porta a Saturnia.
La Piazza del Castello è molto scenografica e perfettamente intatta nel suo assetto medievale e nelle case di pietra. La sua soglia è costituita da un arco che si apre al termine di una breve e ripida salita. Splendida è anche la Chiesa di San Giorgio, un gioiello di arte romanica che conserva un’eccezionale collezione di opere d’arte rinascimentali.
Nell'interno della chiesa è esposta la celebre “Madonna della Gattaiola”, dipinta intorno al 1450 da un artista di scuola del Sassetta, soprannominato Maestro di Montemerano. L’opera presenta un foro in basso e la leggenda che racconta che fu praticato da un parroco il quale, utilizzando la tavola come porta di un magazzino dove veniva riposto cibo in abbondanza, apportò il foro per consentire il passaggio al suo gatto, un vero controllore e nemico acerrimo dei topi.
Vi consigliamo di non perdere l’assaggio di uno dei piatti più tipici del posto: la Trippa Montemeranese. La sua particolarità è che viene insaporita con un mix di noce moscata, mais, cannella, chiodi di garofano e timo fresco, e servita in bianco con fagioli zolfini, o al pomodoro.
Borgo di Montemerano
Comune di Manciano
Provincia di Grosseto
Regione Toscana
Abitanti: 487 montemeranesi
Altitudine centro: 444 m s.l.m.
il Comune fa parte di:
I Borghi più belli d'Italia
Unione Montani Colline del Fiora
Strada del Vino e dei Sapori Colli di Maremma
Aree naturali protette:
Oasi di Vulci
Riserva Naturale Montauto
Il Comune
Piazza Magenta 1 - Tel. +39 0564 62531
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Borgo medievale in terra etrusca, Montemerano conserva fin dalla sua caratteristica pianta a cuore l’impronta di luogo umano per eccellenza, dove i contatti sono spontanei e immediati. Il centro storico è ancora oggi stretto fra tre cinte di mura, al sommo di un colle-giardino abitato da ulivi e cipressi. Il borgo è piccolo - non più di seicento abitanti, compresi quelli nelle poche case del dopoguerra che lo circondano e nei poderi circostanti - ma merita che si prenda del tempo per conoscerlo. A partire dalla piazza del Castello, scenografia incantata fatta di luce e pietra, gioiello di architettura spontanea, sequenza ininterrotta di edifici in pietra a vista con loggette ad archi, terrazze e finestre fiorite, tetti a livelli diversi che creano un gioco di linee e volumi di naturale, estrema eleganza. Sulla destra della piazza, che sembra una cartolina illustrata o un set cinematografico e che, al contrario, è tutta autentica, si distende “il Palazzo”, nobile edificio sormontato dalla torre quadrangolare del cassero senese. Il borgo è abitato, non è un museo: negli ultimi trent’anni è stato tutto restaurato, ma non è stato “tirato a lucido” secondo il gusto anche troppo diffuso – e spesso indotto – del “buon tempo antico”, come da copione pubblicitario per marmellate e merendine. La gente ci vive e ci vive bene, montemeranesi di nascita e “forestieri” che hanno scelto di restare qui: di giorno si lavora e la sera ci si ritrova per l’aperitivo o per la cena, tra una chiacchiera e un bicchiere di Morellino, un piatto di tortelli al ragù di cinghiale e un saporito ciaffagnone con pecorino e miele (per la ricetta rivolgersi alle signore del paese).
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