Nel piccolo borgo di Masullas, in Sardegna, c’era un prete che possedeva capre e pecore, Preidi Antiogu. Un giorno il suo gregge gli venne rubato da uno o più ladri sconosciuti. Irritato dell’accaduto, dal pulpito della sua chiesa, Preidi Antiogu, scomunicò tutti gli abitanti di Masullas per convincerli a rivelare i colpevoli. Imprecando e scomunicando a destra e a manca, il prete, condannando vizi e peccati della sua parrocchia, finì per rivolgersi a chiunque gli venne in mente senza risparmiare nessuno: uomini, beste, maschie e femmine, giovani e vecchi, santi e demoni.
Questa è la storia che sembra aver ispirato l’autore anonimo di un poemetto satirico molto famoso in Sardegna, il “Sa scomuniga de Predi Antiogu, arrettori de Masuddas” che sembra essere stato scritto intorno al 1850 e che venne pubblicato per la prima volta dalla Tipografia del Corriere di Sardegna in Cagliari oltre 100 anni dopo. Si tratta di una predica con scomunica in versione poetica dove solo la parte di scomunica “ufficiale” fu scritta usando le formule in latino.
Questo curioso scritto ha affascinato diversi personaggi famosi tra cui Antonio Gramsci, che, giudicando il poema carico di “umorismo fresco e paesano”, ne sollecitò alla mamma l’invio in carcere con una lettera del 1927, e Max Leopold Wagner, autore di studi fondamentali sulla cultura e la lingua sarda, che tradusse “Sa Scomuniga” in tedesco e pubblicò in Germania il capolavoro nel 1942. Wagner ne disse: non ha pretensioni letterarie, ma non manca di “vis comica”, appunto perché rispecchia anch’essa la mentalità primitiva e la lingua piena di nasalizzazioni, di trasposizioni di suoni e di spropositi della gente campagnuola.
Successivamente sono state pubblicate altre edizioni del poema ben riassunte nel brillante ed approfondito lavoro di Antonello Satta pubblicato nel 1983.
Sempre recentemente, il poemetto ispirò Elio Turno Arthemalle e Rossella Faa (foto) a crearne una rappresentazione teatrale chiamata “Predi Antiogu e sa Perpetua” del quale vi proponiamo di seguito il servizio realizzato da Buongiorno Regione (RAI).
La versione in tedesco di Max Leopold Wagner ne favorì la diffusione presso studiosi e università di tutto il mondo.
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