Gabriele Judica, appassionato dell’antica storia del suo territorio, ha legato il suo nome alla scoperta di Akrai. Le prime ricerche che egli effettuò sono quelle relative alla necropoli di Colle Orbo e dei Santoni nel 1809; della Pinita nel 1810 e 1813; delle Latomie dell’Intagliata e dell’Intagliatella dal 1810 al 1815; dei Templi Ferali nel 1817 e, infine, quelle che tra il 1820 e il 1824 hanno consentito di mettere in luce, prima, il Bouleuterion e, poi, il Teatro. I risultati sono da lui pubblicati nell’opera “Le Antichità di Acre”. Da vero spirito illuminato, nell’ambito culturale della ricerca antiquaria della seconda metà del ‘700, attraverso le indagini effettuate a proprie spese, riesce a mettere insieme un’importante raccolta di materiali che custodisce nel suo palazzo, che, allestito come un vero e proprio museo, diviene ben presto oggetto di interesse da parte dei viaggiatori contemporanei. Gabriele Judica ricoprì diverse cariche politiche a livello locale e fu nominato anche Regio Custode delle Antichità di Noto.
La collezione
Dalle ricerche archeologiche di Gabriele e dall’interesse per l’antiquariato di Gaetano Judica (erede diretto di Gabriele), ha origine la collezione esposta nel museo. Essa, molto eterogenea, comprende reperti che vanno dalla preistoria all’età tardo romana. Gran parte dei materiali proviene dagli scavi effettuati da Gabriele Judica ad Akrai, altri sono stati aggiunti, come quelli della Collezione Ferla o acquisiti, come quelli provenienti dal territorio dell’antica Leontinoi. Parte degli oggetti è sicuramente riferibile a contesti funerari, come indiziato dalla tipologia e dallo stato di conservazione (si tratta di reperti integri). La collezione è costituita da produzioni ceramiche, tra le quali sono rilevanti quelle del periodo arcaico, con vasi di importazione da Corinto, Sparta, dall’Etruria, dalla Ionia e da Atene. La collezione Attica continua ad essere importata e presente nella collezione, sia di produzione siceliota che a vernice nera. Cospicua e variamente rappresentata è la ceramica di epoca romana, soprattutto documentata da lucerne. La collezione comprende anche oggetti in bronzo, monete e gioielli ed una serie di bassorilievi ed iscrizioni.
Percorso espositivo
Il percorso espositivo si articola su due piani. Il piano inferiore ospita, nella sala A, i reperti preistorico e protostorici. nell’atrio, in fondo, trova posto un cippo in pietra calcarea con iscrizione in lingua greca del IV-III sec. a.C. Nel piano superiore, l’esposizione dei materiali segue un criterio essenzialmente cronologico teso a documentare la lunga stratificazione storica dell’area: dalla collezione corinzia (sala 1) al periodo tardo romano (sala 8), passando attraverso l’età arcaica (sale 2-3), l’età classica e post-classica (sale 4-5), l’età ellenistica (sala 6), l’età romana (sala 7).
Orari: Feriali 9-19. Tutte le domeniche e lunedì 14-19.