Il Monastero di San Bernardino di Morano Calabro, in stile tardo gotico, è uno dei migliori esempi di architettura francescana del ‘400 dell’intera Calabria. Ciò si deve al fatto che sia stato costruito ex novo nella metà del XV secolo, ed attraverso un accurato restauro, si sia giunti al completo recupero di quasi tutti gli elementi originari, fattori questi, che offrono un paradigma dell’arte monastica calabrese del periodo.
La fondazione avvenne ufficialmente grazie all’interessamento del principe Pietrantonio Sanseverino sancita da una bolla di Niccolò V del 31 maggio 1452 con la quale si dava l’autorizzazione all’inizio dei lavori. I motivi che concorsero alla costruzione risalgono principalmente a due ragioni: alla munificenza della famiglia Sanseverino che voleva dotare di un’opera prestigiosa uno dei principali centri dei loro possedimenti (come dimostra la commissione del Polittico del Vivarini del 1477 per la chiesa), in secondo luogo si fa concorrere allo stretto legame che in quegli anni la monarchia aragonese stava tessendo con l’Ordine dei minori osservanti, il quale ne ebbe successivamente la titolarità.
La chiesa occupa l’intero fianco destro del complesso. L’esterno, è omogeneo con la complessiva sobrietà delle architetture, così come si ritiene tipico degli ideali pauperistici francescani. L’ingresso è aperto da un portico formato da cinque arcate in muratura a tutto sesto, sulla parete di fondo appaiono tracce di affreschi risalenti agli inizi del XVI secolo. Al disotto di questi è il portale d’accesso alla chiesa in pietra tufacea a sesto acuto, ed un secondo di minori dimensioni con arco ribassato che immette nel chiostro dell’attiguo monastero. L’interno è costituito da una navata centrale divisa sul fondo dal presbiterio attraverso un grandioso arco a sesto acuto; lungo l’intero lato destro di questa, tre arcate a sesto acuto conducono in una piccola navatella laterale ripartita in due ambienti. Ventiquattro colonne di forma ottagonale in tufo sorreggono le arcate del chiostro, dove restano tracce di affreschi realizzati fra il 1538 ed il 1738 e rappresentanti la vita di san Francesco d’Assisi.
Il soffitto della navata centrale della chiesa è in legno lavorato a quadri carenato alla veneziana. Sotto l’arco santo che sovrasta l’altar maggiore è posizionato un crocefisso del XV secolo ad opera di Ignoto meridionale dai connotati fortemente drammatico-realistici; ai piedi di questo era posizionato il già citato Polittico del Vivarini, ed in alto a sinistra, domina la navata uno splendido pulpito con baldacchino del 1611 con decorazioni di gusto classicheggiante e raffigurazioni in bassorilievo di alcuni santi. Appartiene al corredo sacro un coro ligneo datato 1656 ed un leggio del 1538 posto nell’abside e recentemente restaurato.