All’interno della Rocca Roveresca è allestita un’ importante Armeria con armi difensive e offensive, dal XV al XVIII secolo. Una costruzione del primo Rinascimento, come la volle il grande architetto militare Francesco di Giorgio Martini, disponeva di un formidabile apparato militare per la difesa attiva e passiva.
L’armamento della Rocca era principalmente costituito dalle artiglierie e dagli equipaggiamenti individuali dei corpi armati che la difendevano. L’attuale composizione della Armeria riflette, in linee generali, quello che poteva essere selezione di armi collettive ed individuali del tempo.
Sono infatti esposte artiglierie di medio calibro, come bombarde, ma anche artiglierie semi portatili come spingardelle ed archibugi da postazione. Tra le armi bianche fanno spicco esemplari di armi inastate, talune anche importanti, come ronconi, corsesche, alabarde, partigiane, spiedi, spuntoni da breccia e da fortezza, picche. Spade, pugnali completano, assieme a mazze di vario genere, la tipologia delle armi bianche offensive.
Tra le armi bianche difensive, o armature, una vasta tipologia di elmi, costituisce irripetibile completamento a quanto costituiva in antico l’equipaggiamento di difesa dell’uomo d’arme.
“Barbute” ed elmi da cavaliere, bacinetti e morioni, taschetti da archibugiere, testimoniano la diversificazione tecnologica della pezza difensiva principale. Armature di vario genere servono da termine di paragone in relazione alle mutate esigenze belliche, in rapporto all’evolversi delle artiglierie.
Anche le singole parti di armatura sono oggetto di studio per il visitatore, così come gli accessori da cavallo e da cavaliere (staffe, speroni, morsi). Le fonti iconografiche completano il primo stadio di armamento della rocca, ora impreziosita con reperti autentici.