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Località: Via S. Giacomo - Geraci Siculo - Palermo

Chiesa di San Giacomo

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La Chiesa di San Giacomo Apostolo sorge lungo la via d’accesso al castello di Geraci Siculo; la fabbrica, molto austera nel suo paramento esterno in pietra, ha un impianto a navata unica, con due profonde cappelle laterali; essa può farsi risalire al XV secolo, sebbene nel 1984 pesanti rimaneggiamenti ne abbiano alterato la configurazione spaziale, con l’abolizione delle volte di copertura e il rivestimento dei muri con blocchetti lapidei.

Tra le testimonianze artistiche ancora in situ, all’ingresso della cappella di San Giacomo rimane un brano di affresco della seconda metà del Quattrocento raffigurante San Filippo d’Agira. Il Santo, noto come il “cacciaspiriti”, il cui culto fu veicolato in Sicilia dagli antichi monasteri basiliani, è rappresentato nell’atto di benedire, con la casula pretridentina di colore rosso e il pallio, e reca nella mano sinistra gli attributi iconografici propri, ossia le corde per legare i demoni; la figura, quasi in posizione frontale, si staglia su un fondo diviso in pannelli di colore verde e nero, contenenti l’iscrizione San Ph(ilipp)u d’Archir(ò) e delimitati superiormente da una fascia a trafori geometrici.

Nella stessa cappella è custodito il simulacro ligneo del Santo titolare della chiesa, la cui foggia è stata chiaramente dedotta dalla statua marmorea contenuta nell’ancona della chiesa di San Bartolomeo, sempre a Geraci; la scultura, sottoposta nel tempo a varie ridipinture, risale alla metà del XVI secolo.

Va poi menzionata la grande pala dell’altare principale, raffigurante l’Immacolata con ai piedi i Santi Francesco, Giacomo Apostolo, Chiara e Giovanni Evangelista, che, come si deduce dalla firma, è stata dipinta nel 1657 dal pittore Giuseppe Tomasi da Tortorici.

Alla cultura tardogotica appartiene il pregevole crocifisso ligneo ritrovato nei pressi del castello e oggi custodito pure nella chiesa; l’opera, riferibile a uno scultore siculo-valenziano, è databile alla metà del Quattrocento e mostra una sagoma allungata, leggermente flessa a sinistra, con perizoma a gonnellino a pieghe fluenti, da cui si distacca il volto che invece rivela un’espressione serena, più vicina alla sensibilità umanistica.

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