L’antica Pieve di San Michele Arcangelo si trovava poco distante l’attuale e fin dal XII secolo divenne Pieve di Citerna dove vi era il fonte battesimale. La chiesa crollò definitivamente durante il terribile terremoto che colpì il paese e tutta l’Alta Valle del Tevere nel 1917 ma già nel 1810 l’officiatura era stata spostata dalla pieve di San Michele alla vicina chiesa del SS. Sacramento.
La chiesa attuale ha un’architettura molto semplice provvista di una scarna facciata a capanna con rosone centrale e una pianta a croce latina ad unica navata nella quale si affacciano sei cappelle; il coro della chiesa è quadrato e sormontato da volta a botte. Al suo interno conserva importanti e pregevoli opere d’arte realizzate dal XVI al XX secolo. Nella prima cappella di sinistra è un olio su tavola di San Nicola da Tolentino ed anime del Purgatorio, (secc. XVII-XVIII) e in alto Salomone tra concubine (secc. XVII-XVIII). Nella seconda è una ceramica invetriata raffigurante una Madonna con Bambino (sec. XVI-XVII) ritenuta opera di Giovanni della Robbia; la scultura proviene dalla Cappella dell’Immacolata Concezione fatta costruire dall’omonima Confraternita attaccata all’antica Pieve di San Michele e purtroppo fu distrutta durante il terremoto del 1917. Nella terza cappella è invece una tela raffigurante San Michele Arcangelo (sec. XX).
Nella prima cappella di destra è un olio su tavola raffigurante Santa Lucia e Sant’Antonio da Padova e San Felice da Cantalice (sec. XVII) e il alto una tela con Mosè salvato dalle acque (secc. XVII-XVIII); nella seconda è una statua votiva in cartapesta sormontata da una tela raffigurante il Padreterno (sec. XVIII); nella terza cappella è collocato un quadro della Vergine.
L’opera più significativa di questa chiesa è sicuramente la Crocifissione (1570, olio su tavola, cm 334×212) di Niccolò Circignani detto il Pomarancio sistemata, dopo un lungo ad accurato restauro, nella cappella del transetto destro. Nella parte superiore della pittura è la Crocifissione di Cristo circondato da quella dei due Ladroni; nella parte bassa, invece, in primo piano la Vergine addolorata circondata da un turbinio di circa quaranta persone. L’opera è datata in basso a destra: Nicolaus Circignanus de Pomarancio Pinxit e Giannis Petri Meozi amore dei opus hoc fieri fecit 1570. Una curiosità è data dalla presenza di uno strano personaggio vestito di rosso, un po’ scuro di pelle e con gli occhiali sul proprio viso visto dalla critica come possibile personaggio demoniaco con le sembianze stesse dell’artista.