Di notevole interesse sono i ruderi di un singolare edificio inglobato all’interno della cappella di San Giuseppe, a Chiusa San Michele. L’edificio di culto, caratterizzato da una insolita pianta centrale con quattro rientranze curvilinee agli angoli e da una scalinata di accesso al primo piano collocata sul fianco sud, è attualmente visibile nelle forme del suo ultimo restauro datato agli inizi del XIX secolo, quando la famiglia Cantore di Chiusa, proprietaria dell’edificio, lo fece adibire a cappella con dedica a San Giuseppe. A quest’epoca risalgono la decorazione interna ad intonaco di colore giallo con zoccolatura in finto marmo, la costruzione dell’attuale copertura, il dipinto in facciata che raffigura la Vergine con il Bambino e S. Giuseppe. Di fatto, la trasformazione dell’edificio in luogo di culto si verificò già nella seconda metà del XVIII secolo, quando compare per la prima volta nella cartografia sabauda con il toponimo “Pilone”.
Il recente risanamento della chiesa ha costituito l’occasione per le indagini archeologiche che hanno identificato un edificio precedente, inglobato all’interno della più recente cappella. La più antica fase costruttiva è oggi visibile, dall’interno del vano inferiore, nella porzione alla base delle pareti: si tratta di quattro murature ad andamento rettilineo collegate da altrettante strutture curvilinee nelle quali si possono riconoscere i lati interni di quattro torri a pianta forse circolare. Le murature realizzate con pietre legate da malta terrosa di scarsa qualità sono conservate al solo livello delle fondazioni. La morfologia di questo edificio, che definisce uno spazio interno di circa 6,50 m di diametro, non è certamente attribuibile ad un luogo di culto e sembra piuttosto interpretabile come un piccolo fortilizio a quattro torri.
Lo scavo archeologico ha inoltre consentito l’individuazione di una muratura rettilinea con andamento nord-sud innestata sul fianco meridionale del monumento antico, identificabile verosimilmente con la porzione della cinta difensiva collegata alla fortificazione. La struttura originaria dell’edificio sembra poi essere stata mantenuta ed utilizzata nei secoli fino alla sua trasformazione in chiesa. È infatti visibile al di sopra delle fondazioni più antiche una seconda fase costruttiva rappresentata dalla ricostruzione dei muri di spina e delle quattro torrette, attribuibile al X-XI secolo.
L’ex Cappella di San Giuseppe ospita al suo interno il Planetario.