San Costantino Albanese si trova a 650 metri sul livello del mare e la sua storia è caratterizzata da una forte presenza arbëreshë che, dopo l’occupazione di Albania e Grecia, fuggirono proprio nel Sud Italia. La cultura è ancora oggi quella del tempo, con molte tradizioni albanesi. Per vedere da vicino i reperti e le abitudini locali è possibile visitare la Casa Parco, l’Etnomuseo Della Cultura Arbereshe e la Biblioteca di Cultura Albanese. La zona è veramente un mix culturale perfetto, al punto che viene attuato per legge il bilinguismo, anche nella segnaletica e in tutta l’amministrazione, oltre l’italiano viene impiegato l’albanese. Fu il re di Napoli ad accoglierli, questo portò un’economia fondata soprattutto sulle coltivazioni di castagno, olivo, lino e cotone.
Tra i luoghi storici più importanti vi è il Palazzo Pace che risale al ‘700, un tempo sede di una scuola materna gestita dalle suore, successivamente adibito ad abitazioni private. Tra le chiese di maggiore interesse vi sono quella della Madonna delle Grazie di piccole dimensioni ma molto importante, la Chiesa San Costantino che risale al 1600 molto più grande con una divisione in tre parti: Costantino, Pietro e Paolo. Il Santuario della Madonna della Stella, compatrona del paese, è meritevole di una visita perché si trova immerso tra gli ulivi. La leggenda narra che questa costruzione fu fatta in seguito all’apparizione della Madonna ad una bambina. Ciò che rimane dell’edificio originale è solo la cupola, tutto il resto è stato restaurato.
Gli eventi imperdibili ed emozionanti del borgo
Quando si visita San Costantino Albanese bisogna prendere parte alla vita del borgo per scoprire tutta la sua essenza. Una delle feste più sentite del paese è la festa della Madonna della Stella che si celebra sempre la seconda domenica di maggio, durante la quale vengono accesi i Nusazit, ovvero dei fantocci di cartapesta a grandezza naturale che vengono fatti letteralmente esplodere dando il via ad una lunga processione.
Questa tradizione unisce tutta la comunità in una giornata di rituali molto sentita e l'esplosione dei Nusazit è considerata di buon auspicio per l'intera comunità. I pupazzi che vengono messi al rogo sono vestiti con abiti particolari. Questa tradizione ha dei forti richiami anche messicani. Si tratta di personaggi particolarmente realistici: una donna, un pastore, due fabbri e un diavolo. Tutti con dei costumi tipicamente albanesi.
La donna è vestita con il costume di gala albanese; il pastore, con il tradizionale costume, cappello a punta e porta due forme di ricotta; il Diavolo, è raffigurato con due facce, quattro corna, i piedi a zoccolo di cavallo e in mano regge una forca e la catena del paiolo. Tutti con dei costumi tipicamente albanesi.
Oltre ai Nusazit viene preparato un altro pupazzo in cartapesta, il Cavaliere a cavallo che viene posto al centro della piazza e poi trasportato per le vie del borgo prima che venga infuocato.
Cosa fare nel tempo libero: tra natura e visite storiche
Per gli amanti della storia e della cultura è doveroso visitare la Chiesa Parrocchiale di San Costantino il Grande che è la più grande e importante della città, ad ingresso libero. Molto suggestiva anche la Parrocchia locale e il Palazzo Pace. Per chi invece predilige le escursioni all’aria aperta niente di meglio del Parco del Pollino con una bella passeggiata nella natura oppure una visita al parco divertimenti omonimo che permette di calarsi in vere e proprie avventure tra gli alberi.
Tra gli itinerari consigliati ci sono quello da San Costantino a Casa del Conte, quello verso la Cascata Fosso Parature e quello dei Giardini Rocciosi del Centro Storico. Il Comune si trova in un punto veramente privilegiato dal punto di vista naturale, poiché è immerso nella macchia Mediterranea ma ha delle caratteristiche strutturali molto diverse che richiamano posti anche differenti. Un altro imperdibile passaggio è il Volo dell’Aquila, una struttura che permette di volare letteralmente con una sorta di funivia su tutta la valle. È un’esperienza incredibile a 90 chilometri orari.
Cosa provare, le tipicità locali
Sono molti i ristorantini e i rifugi che si trovano in zona, dove è possibile gustare il meglio della produzione locale immersi praticamente nella natura. Molti di questi realizzano pietanze con prodotti a chilometro zero. Da provare assolutamente i dolci di semolino, fave e cicorie, la ciammotta, i cavatelli con le cime di rape, il baccalà, la pasta con la salsiccia e le frittelle di riso.
Passeggiando per il Paese un souvenir molto bello sono i tessuti, infatti la zona è famosa per la lavorazione della lana e del lino. Inoltre è molto affascinante rapportarsi alla gente del posto per discutere di tutte le tradizioni locali. Il borgo, che conta circa 600 abitanti, è piccolo ma molto accogliente. Sono tutti felici di avere viaggiatori e turisti e quindi sono particolarmente ospitali.