Presicce

Tutto il fascino e la bellezza della Puglia concentrate in un unico, piccolo borgo salentino. A Presicce si ammira il mosaico di chiese e palazzi signorili che impreziosiscono il centro storico, gli ulivi che incorniciano il borgo con le loro forme contorte, i muretti a secco che raccontano storie lunghissime e le meravigliose masserie rinascimentali che si alternano alle case settecentesche.

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Presicce
Miti74/shutterstock
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Presicce
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Castello Arditi
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Casa Turrita
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Presicce
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Palazzo storico
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Presicce, Chiesa Madre di Sant'Andrea Apostolo
Roberto Micoccio
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Presicce, Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Roberto Micoccio
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Presicce
Roberto Micoccio
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Presicce
Roberto Micoccio
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Presicce
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Presicce

Il borgo di Presicce, situato nel basso Salento vicino al Capo di Leuca, è conosciuto come la città degli ipogei, per la presenza di numerosi frantoi sotterranei. Il centro abitato, posizionato in una vallata particolarmente ricca di acqua, è dominato dalla Serra di Pozzomauro, un'altura organizzata in terrazzamenti e muretti a secco lungo i pendii e ricoperta di macchia mediterranea, distese di uliveti secolari, pini e specie arbustive di querce spinose.

La storia delle origini di Presicce non è ben delineata. Probabilmente fu la grande presenza di falde acquifere superficiali ad attirare i primi insediamenti, che sembrano risalire intorno al VII secolo. Lo stemma di Presicce, un cervo che beve da una fonte, sembra ricalcare questa abbondanza di acqua nel territorio presiccese. La fondazione vera e propria del borgo sia stata opera degli abitanti di Pozzomauro un insediamento individuato sulla collina a sud-ovest dell'attuale centro abitato. Di questo insediamento rimangono ancora ben visibili le rovine di un'antica torre usata come difesa dalle invasioni dei saraceni, una cripta basiliana scavata nella roccia e una chiesetta dallo stile molto essenziale. Nel 1481 i saraceni invasero Pozzomauro distruggendolo. Anche le origini del nome del paese sembrano legate a questo insediamento, si pensa infatti che Presicce derivi dalla parola latina 'praesidium' come ad indicare un presidio militare. Nel 1088 Presicce entra a far parte del Principato di Taranto, da qui si sa che il feudo passò tra le mani di diverse famiglie nobiliari tra cui i Securo, i De Specola, i Gonzaga, i Brayda ed ai Principi Bartilotti. Nel 1714 il feudo venne elevato a principato ed affidato successivamente ai de' Liguoro.

Una storia di sangue è quella legata alle origini del termine "Mascarani", soprannome degli abitanti di Presicce. Un tempo nel principato seicentesco era in vigore la legge dello ius primae noctis, ovvero un presunto diritto del feudatario, mai documentato, di passare con le novelle spose la prima notte di nozze fino a che una notte, durante il carnevale dell'anno 1655 secondo la leggenda (nella realtà l'episodio avvenne in novembre, durante la festa del santo patrono, sant'Andrea apostolo), il principe si affacciò da una finestra dell'antico Castello per salutare i festosi cittadini, quando tra la folla apparve un uomo mascherato che sparò un colpo, uccidendo il principe. Proprio da questo episodio scaturisce il soprannome degli abitanti di Presicce, Mascarani. In seguito all'avvenimento delittuoso perpetrato da un abitante del luogo, i de' Liguoro acquistarono il principato approntando una riforma agricola con la redistribuzione dei terreni in enfiteusi ai contadini e installando una serie di frantoi atti alla produzione d'olio d'Oliva esportato a Napoli ed in Spagna.

Le numerose case a corte presenti nel borgo antico dell'abitato di Presicce risalgono al Cinquecento. Sono delle umili abitazioni, composte principalmente da un unico vano (massimo due) e dalla cantina, raggruppate attorno ad uno spazio scoperto, la corte. In questo spazio, in cui si svolgevano le principali attività domestiche, è sempre presente il pozzo e la pila, un lavatoio in pietra utilizzato per lavare i panni.

Il clima caldo e il terreno fertile hanno permesso ai presiccesi di sviluppare il settore agricolo, intensificando particolarmente la produzione di vino e soprattutto d'olio d'oliva, principale fonte economica del paese nei tempi andati. Intorno al XI-XIII secolo si diffuse l'uso di scavare frantoi ipogei a grotta, detti trappeti. La loro presenza suggerisce che Presicci avesse un'economia fiorente e consente di ricostruire le tappe del suo sviluppo: i primi furono costruiti sulle pendici della Serra di Pozzomauro; in seguito, dopo il prosciugamento della palude "Arnea", le attività iniziarono a spostarsi a valle. La maggior parte dei trappeti si concentra lungo l'asse viario che collegava i primi due nuclei urbani dal quale si snoda l'intero paese. In passato, in piazza Villani, erano presenti banditori che fissavano il prezzo sul mercato. Tra i commercianti vi era il veneziano Pietro David, noto per i suoi rapporti commerciali in tutto il mondo. La tipologia dei trappeti di Presicce è semplice: sono scavati nella roccia tufacea, il pavimento in è terra battuta, vi erano torchi "alla genovese" o frantoi "alla francese". Le modeste dimensioni degli ambienti, inadatte a contenere nuovi frantoi e torchi, non consentirono di apportare modifiche tecnologiche. Verso la fine del XIX secolo i trappeti vennero abbandonati, alcuni trasformati in discariche o cantine e altri, ubicati in campagna, in ovili o stalle. A partire dagli anni '90, successivi interventi di bonifica e ristrutturazione hanno consentito il recupero questi ambienti come meta turistica.

Borgo di Presicce
Comune di Presicce-Acquarica
Provincia di Lecce
Regione Puglia

Abitanti: 5.356
Altitudine centro: 104 m s.l.m.

il Comune fa parte di:
I Borghi più belli d'Italia
Città dell'olio

Il Comune
Piazza del Popolo 43 - Tel. +39 0833 726405

Accessibile ai disabili
Area di sosta camper
Borghi più belli d'Italia
Città dell'olio
Palazzo Ducale
Piazza del Popolo - Presicce - Lecce

IN AUTO

  • Stazione di Lecce
  • Stazione di Brindisi

IN AEREO

  • Aeroporto di Brindisi
  • Mercato settimanale: ogni sabato, in centro;
  • Lu tambureddhu: 9 giorni prima della festa di S.Andrea, nelle prime ore dell'alba, un gruppo di musicisti, percorre le vie del paese, intonando canzoni popolari;
  • La focareddha: è un falò composto da legna raccolta nei campi, viene acceso la sera della vigilia della festa del Patrono Sant'Andrea Apostolo, che si festeggia il 30 novembre;
  • La Quadriglia: E' una danza figurata, in costume, molto in voga in Francia dove fece la sua la sua prima apparizione agli inizi del secolo scorso. E' difficile dire perché questa danza ebbe tanto successo in Presicce, sì da divenire «tradizionale» nel carnevale presiccese, se non che potè attecchire facilmente, data la passione per la musica e per la danza.
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