Poggio Torriana riunisce nel suo territorio tre borghi (i principali) ben distinti: Torriana, Montebello e Poggio Berni. È nato il 1° Gennaio 2014 dalla fusione dei comuni di Poggio Berni e Torriana e la sua sede comunale si trova nel borgo di Poggio Berni.
Borgo di Torriana
Scurghèda oppure e' bórg, in romagnolo, è un centro storicamente legato all'emigrazione italiana in direzione della Francia, specialmente verso la Lorena e prima di tutto verso il comune di Hussigny-Godbrange dove spiccato è infatti l'uso del dialetto romagnolo tanto da aver reso popolare il nome di Hussigny in francese come "Basse-Italie" - e in inglese "Hussigny-little Italy". Meritano sicuramente una visita il Castello di Saiano, il Castello di Scorticata e il Santuario- Eremo della Beata Vergine del Carmelo di Saiano, quest'ultima risalente al XIV con due affreschi del 1500 e una statua del XVI secolo.
Borgo di Montebello
Secondo una leggenda, il Castello di Montebello sarebbe abitato da un fantasma di Guendalina Malatesta, meglio conosciuta come Azzurrina. Il borgo è molto interessante anche da un punto di vista storico, le sue origini risalirebbero all'epoca preromana, sembra che i primi abitatori di questo sito fossero popolazioni celtiche e ai piedi della rupe, sembra esistesse un loro luogo di culto.
La torre a pianta quadrata è di epoca romana (III secolo), ora inserita nella struttura del castello. L'insediamento altomedievale successivo portò in eredità il nome latino Mons belli (Monte della guerra). Le prime notizie si hanno nel 1186, quando il castello venne venduto da Ugolinuccio di Maltalone a Giovanni Malatesta. I Malatesta dotarono il castello di fortificazioni, trovandosi al confine con il territorio dei Montefeltro, nemici storici della famiglia riminese. Nel 1393 i Montefeltro, con un audace colpo di mano, riuscirono ad espugnare la fortezza.
Nel 1438 Sigismondo Pandolfo Malatesta riuscì a riconquistarla. Ma la fortuna militare del Malatesta declinò fino a quando, nel 1462, venne sconfitto a Pian della Marotta, presso Senigallia, per mano dell'esercito pontificio inviato da Papa Pio II (Piccolomini) e guidato da Federico da Montefeltro. In seguito alla sconfitta, Montebello fu infeudata nel 1464, dai conti Guidi di Bagno. Da allora la famiglia dei conti Guidi è tuttora proprietaria della Rocca. Dopo il Cinquecento la fortezza subì degli interventi per adattarla a dimora nobiliare. Rispetto alla struttura del 1464, i Guidi hanno ristrutturato un'intera ala del castello ad ala nobile.
Tra il 1968 e il 1973, il castello ha subito un grande intervento di restauro per ripristinare la rocca dagli ingenti danni dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale ed è poi diventato un museo a partire dal 1989. Dallo stesso 1989 è aperto ai visitatori ed è inserito tra i monumenti di patrimonio nazionale italiano per il suo alto valore storico.
Borgo di Poggio Berni
L'origine del nome (E Póz in romagnolo) è latina: Podium Hibernorum significa letteralmente "Podio degli accampamenti invernali", infatti sul poggio vi era un accampamento militare romano invernale.
Durante il Medioevo fu feudo dei Malatesta seguendone le sorti e vicende. E dalla nobile famiglia fu fortificato a dovere. Nel 1600 passò di mano: a reggere le sorti del verde borgo fu la famiglia toscana dei principi Montemaggi, passati alla storia per la loro umanità. Fu tale don Sebastiano ad adoperarsi con i gran duchi per fornire alle ragazze povere da marito un'adeguata dote. A don Giacomo, invece, l'altruistico interessamento per rendere meno disumana la prigionia ai carcerati rinchiusi nelle grotte piene d'acqua.
Nel 1763 fu acquistato da papa Clemente XIII ed entrò a far parte dello Stato Pontificio (Legazione di Romagna). Nel 1816, con la suddivisione del territorio romagnolo in due Legazioni, fu assegnata alla Legazione di Forlì. Con il plebiscito del marzo 1860 Poggio Berni entrò a far parte del Regno di Sardegna, che l'anno dopo divenne Regno d'Italia.
Poco è rimasto del castello medievale fortificato nel 1335 dai Malatesta. Svettano invece, sapientemente restaurati, i quattrocenteschi Palazzo Marcosanti e Palazzo del Poggiano, un tempo fattorie fortificate, due splendidi esempi di architettura del passato.
Sempre lungo il Marecchia, i tre mulini, esemplari ben conservati di un'arte, quella molitoria con le pale ad acqua, in via di estinzione.