Lavello ha origini molto antiche, come è testimoniato dal ritrovamento di alcuni resti di un villaggio dell'età del ferro.
Si origina dall'agglomerato dauno-romano di Forentum. Il toponimo deriva dal termine latino labellum, usato per indicare l'abbeveratoio per il bestiame.
Il borgo sorge, difatti, a metà tra i piani pugliesi e i verdi pascoli del Vulture, lungo i tratturi della transumanza che collegano le zone interne al Tavoliere. La collocazione svolge un ruolo chiave nello sviluppo del paese. La sua importanza è attestata già dei Longobardi e qui fu ucciso, nell'839, Riccardo, duca di Benevento.
Nel territorio del Vulture compare, al seguito della casata Altavilla, il cavaliere normanno Attolino, diventando Signore del borgo. Ai Normanni seguì il dominio degli Svevi, che vi edificarono la loro fortezza. Nel 1254, a Lavello morì l'imperatore Corrado IV, figlio di Federico II. Fedele a Manfredi, Lavello partecipò attivamente alla rivolta ghibellina del 1268. Il paese, nel 1298, come ritorsione subì un grave incendio provocato da Carlo I d'Angiò che distrusse gran parte dell'abitato. Questo evento è ricordato anche dallo stemma comunale, in cui è raffigurata una torre a due piani invasa dalle fiamme.
La fertilità del territorio consente la produzione di cereali, uva, olive, ortaggi e barbabietole. Vi sono olivicultori, frantoi oleari, molini, lavorazione delle barbabietole, impianti vinicoli (vino aglianico e spumante del Vulture). Allevamenti di bovini e ovini con produzione di latte, carne e lana; celebre è la mozzarella di latte di bufala lucana. Vi sono anche botteghe di ceramica di lavorazione del legno.
Il Domino di Lavello è uno dei Carnevali della tradizione lucana, che coinvolge gruppi mascherati e vede protagonista il Domino, vestito con cappuccio, tunica e mantella color rosso, dotato di un sacchetto per invitare a ballare la fanciulla di turno. Secondo la tradizione, le sue movenze ben racchiudono lo spirito goliardico dei sabati carnascialeschi, quando la comunità si ritrova tra balli e canti nei cosiddetti "festini".
La maschera simboleggia romanticismo e galanteria. Durante il Carnevale, travestirsi da Domino ana il ceto sociale, i cittadini sono tutti uguali.