La storia di Giffoni Valle Piana è intimamente legata, così come avvenuto per gli altri borghi dei Monti Picentini, alle vicende di cui fu protagonista la città di Picentia, fondata da una parte della popolazione picena, costretta all'emigrazione dopo essere stata sconfitta dai Romani intorno al 268 a.C., nella valle del Picentino. L'ostilità dei Piceni li portò a schierarsi con i Cartaginesi contro i Romani i quali, battuto Annibale, decisero di distruggere nel 201 a.C. Picentia. I Picentini insorsero nuovamente durante la guerra sociale dell'89 a.C., ma furono nuovamente sconfitti e stavolta furono costretti ad abbandonare Picentia, rasa al suolo definitivamente, e vivere in piccoli villaggi sulle zone collinari circostanti, che sarebbero poi diventati gli odierni paesi di San Cipriano Picentino, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, Faiano e Giffoni Sei Casali, oltre che Giffoni Valle Piana.
In particolare i casali che oggi costituiscono questi ultimi due comuni si riunirono nello Stato di Giffoni, che dalla metà del XVI secolo al 1808 incorporava pure l'Universitas di Gauro, divenuta prima frazione di Giffoni Valle Piana (1808) e poi passata al comune di Montecorvino Rovella (1815). La regione detta Stato di Giffoni fu contea longobarda, e nel 1066 il feudo era in possesso Gaimario, parente del principe di Salerno. In tempi medioevali, la dorsale principale dei Monti Picentini faceva da confine tra i ducati longobardi di Benevento e Salerno. Numerosi sono i ruderi di fortini longobardi sulle cime strategiche per il controllo dei valichi, tra cui il castello di Terravecchia.
Tra gli eventi storici che hanno interessato questo territorio, va ricordata l'elevazione a diocesi dello Stato di Giffoni avvenuta per volere del papa Clemente VII nel concistoro del 6 marzo 1531. Il papa trasformò in cattedrale la chiesa dell'Annunziata e nominò primo vescovo Innico d'Avalos, vescovo di Aquino. A tale decisione si oppose in maniera talmente energica il cardinale Ridolfi, arcivescovo di Salerno, che la Santa Sede dovette revocare la sua decisione.
In epoca angioina appartenne al conte Andria, quindi a Giacomo di Brussone e Giacomo D'Aquino. Poi fu concesso da Ladislao a sua madre Caterina di Durazzo e poi al marchese Del Vasto; nel 1508 a Ferdinando d'Avalos d'Aquino, marchese di Pescara. Nel 1602 fu concesso a Matteo Capua, principe di Conza e in seguito pervenne nel 1700 ai Doria, principi di Menfi. Lo stato di Giffoni si disgregò nel 1808. Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di San Cipriano, appartenente al Distretto di Salerno del Regno delle Due Sicilie. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia, ha fatto parte del mandamento di San Cipriano, appartenente al Circondario di Salerno.
La Piazza Mercato del Borgo medievale di Terravecchia, nucleo originario del borgo di Giffoni Valle Piana, è una delle più belle piazze di tutto il territorio di Salerno. Vi si possono ammirare il palazzo baronale e la fontana che è stata realizzata su disegno del Vanvitelli tra il 1871 e il 1873. Il Tempio di Ercole è sito nel rione Campo a trecento metri dalla piazza risale al I secolo d. C., e sorge su una necropoli romana: fu scoperto nel 1962 in occasione di uno scavo. All'entrata, con apertura squadrata troviamo una lapide dedicata ad un senatore romano; al centro c'è un frammento di colonna e qualche accenno di mosaico.
La prima fonte di turismo è sicuramente il Giffoni film festival che attira ogni anno migliaia di persone da tutto il mondo. Il prodotto tipico è la Nocciola di Giffoni, che gode del marchio IGP.