Un territorio vasto tra i torrenti Gravio e Sessi che si estende lungo il crinale con la Valle di Viù sino a comprendere i pascoli a monte di Borgone. Un’area montana composta da oltre 70 borgate, alcune delle quali furono almeno fino all’inizio ‘900 comuni indipendenti. Tra queste Mocchie, ora una delle frazioni più popolose di Condove, con la parrocchiale di San Saturnino (1778-1784) edificata su progetto di Giacinto Morari (allievo di Bernardo Vittone), e un ricco Museo Etnografico che si affaccia sul piazzale antistante la chiesa con la statua dedicata alle donne di montagna. Caratteristico è il campanile inclinato dell’antica chiesa di San Rocco posto all’ingresso del paese. La Cappella di San Grato alla Rocca presenta un piccolo ciclo affrescato tardo cinquecentesco, mentre quella di San Bernardo al Lajetto conserva un vivace ciclo affrescato risalente al 1436.
L’insediamento più antico di Condove, citato sin dall’anno 1001 nel diploma di Ottoniano, fu signoria dei Peyretti e dei Barali di Susa, doveva situarsi nell’area pianeggiante attorno all’antica chiesa di San Rocco ove sorgeva anche il cimitero. Durante i lavori di restauro, nella fase di scavo dell'abside antica è stato ritrovato un pezzo di buona oreficeria, in bronzo e smalto, raffigurante la Crocifissione, ora al Museo Diocesano di Susa, e, inoltre, i sondaggi hanno messo in luce una parte di affresco dell'arco trionfale, considerato dagli esperti forse il più antico esistente in valle.
Al confine con Caprie su un'altura dominante l'imbocco della valle tra il monte Pirchiriano e il Castello del Conte Verde sorge il castrum capriarum, che costituiva il centro di una delle castellanie abbaziali di San Giusto di Susa ed era anche sede di tribunale e di carcere. I resti di un castello potrebbero essere la testimonianza di un locale sistema difensivo antico legato allo scontro tra Carlo Magno, re dei Franchi, e Desiderio, re dei Longobardi, avvenuto tra il 771 e il 774 alle Chiuse.
Centro agricolo e commerciale, Condove conobbe a inizio del XX secolo una vocazione industriale in conseguenza dell’installazione delle Officine Moncenisio che già nel 1905 come “Anonima Bauchiero” producevano materiale rotabile. Si svilupparono anche fabbriche meccaniche, tessili ed elettriche, e la produzione cambiò nel tempo e vennero costruite armi oltre il materiale ferroviario. Dell’insediamento originale è rimasto l’edificio degli uffici con facciata ad intonaco e due condomini fatti costruire dal Bauchiero per ospitare gli operai e le famiglie.
La moderna parrocchiale di San Pietro in vincoli è opera dell’architetto Carlo Siffredi, mentre la decorazione delle pareti interne si deve al pittore Luciano Bartoli. Il campanile, dono dei coniugi Cosimo Bertacchi e Marina Perodo, fu costruito nel 1929 sul modello di quello di S. Giorgio a Venezia, opera di Corrado Meano.
Tra gli eventi più importanti si segnala, nell’ambito del Gustovalsusa, la Fiera della Toma (prima domenica di ottobre), il carnevale del Lajetto con la maschere tradizionali delle Barbujre (fine febbraio) e il Valsusa Filmfest (aprile).