Cenni storici
Le numerose tombe etrusche rinvenute sul luogo fanno ritenere che il territorio dove oggi sorge Civita di Bagnoregio sia stato abitato sin dall'epoca etrusca. La zona era attraversata da corsi d'acqua ed era prossima a importanti vie di comunicazione come quella che collegava il vicino Lago di Bolsena al Tevere: presto infatti giunsero i romani, poi i goti e i longobardi, fino al dominio franco che portò alla signoria di molte nobili famiglie come i Monaldeschi.
Nel XIII secolo Civita di Bagnoregio prosperò come Libero Comune fino a quando la peste del 1221 ne decimò la popolazione. Per volere di Papa Alessandro VI Civita di Bagnoregio finì sotto il potere della Delegazione Apostolico della vicina Viterbo.
I due terremoti del 1695 e del 1794 misero a repentaglio l'esistenza della cittadina e, tra frane e smottamenti, la popolazione la abbandonò a favore di Rota.
Dopo essere stata teatro della storica Battaglia di Bagnorea tra i soldati del papa e i garibaldini, Civita di Bagnoregio divenne parte del regno d'Italia nel 1870.
Ne seguì un inesorabile stato di abbandono fino a quando il turismo risollevò le sorti di questa splendida cittadina: devi sapere infatti che qui sono state girate alcune scene di film come "I due colonnelli" con Totò e "La città incantata" del grande regista giapponese Hayao Miyasaki.
Ingresso nel borgo
Avrai sentito certamente soprannominare Civita di Bagnoregio come "la città che muore". Il motivo è che lo strato di friabile argilla presente alla base della rupe di tufo, nel corso dei secoli, è costantemente erosa dalle acque dei torrenti, dal vento e dalle piogge, mettendo in pericolo la stabilità del borgo. La stessa spettacolare Valle dei Calanchi che la circonda si è plasmata grazie alle erosioni: i calanchi, specificità del luogo che ti appariranno come onde in un arido mare di pietra, sono creste di argilla che possono raggiungere grandi altezze e importanti depressioni.
Per raggiungere Civita di Bagnoregio devi superare un ponte in cemento pedonalizzato, al termine del quale ti ritroverai davanti alla Porta di Santa Maria. Questo ingresso in muratura è sovrastato da una bella loggetta ed è decorato ai lati da due piccoli leoni con teste umane tra le fauci, in memoria della cacciata dal borgo degli odiati Monaldeschi nel 1494. Con un pò di attenzione potrai scorgere qualche croce incisa, forse lasciata dai pellegrini tornati dalla Terra Santa oppure da qualche Templare.
Il borgo incantato
Varcata la Porta di Santa Maria ti ritroverai in una cittadina dove il tempo si è fermato, dove lo stile tardo-medioevale è pressoché intatto. Passeggerai nel silenzio, sotto lo sguardo di qualche gatto sornione, tra botteghe di artigiani, eleganti portali in peperino, case ammantate di edera e palazzi rinascimentali decorati da profferli e bifore. Tra questi ultimi spicca il Palazzo degli Alemanni, sede peraltro del "Museo Geologico e delle Frane" dove potrai approfondire la storia geologica del borgo.
Il cuore di Civita di Bagnoregio è Piazza San Donato: non aspettarti uno spazio lastricato perché qui vi troverai solo terriccio rosso, proprio come era nel lontano '400. In piazza si trova il vecchio Duomo di San Donato, la cui facciata rinascimentale del '500 tradisce l'origine medioevale della chiesa. All'interno, oltre a un pregevole affresco della scuola del Perugino, è conservato un crocefisso ligneo che, secondo la tradizione cristiana, nel 1499 avrebbe comunicato a una fedele la fine della peste. Ogni Venerdì Santo viene portato in processione tra figuranti in costumi d'epoca e canti solenni fino alla Chiesa dell'Annunziata di Bagnoregio, per poi tornare entro mezzanotte a Civita per preservarla dai terremoti e dalle frane.
Se raggiungi Civita di Bagnoregio nei primi giorni di giugno assisterai all'antico Palio della Tonna che si svolge proprio in Piazza San Donato, tra fantini in groppa ai loro somarelli che si sfidano girando in tondo per aggiudicarsi il Palio.
Tra grotte e buon cibo
Aggirandoti tra i vicoli di Civita di Bagnoregio non saranno pochi i belvedere che incontrerai, dai quali potrai godere di panorami spettacolari sulla Valle dei Calanchi. Osservando bene, non farai fatica a scorgere molte grotte sotterranee scavate in epoca etrusca: raggiungendo il "Museo dell'Antica Civitas" ti ritroverai a vagare in ambienti ipogei dove negli anni 30 si svolgeva la vita contadina. Sono qui conservati reperti etruschi e romani, ma anche frantoi, aratri, vanghe, bilance e altri utensili di vita quotidiana, oltre a sale da pranzo e da letto riprodotte fedelmente in alcune grotte.
Assai più mistica è la Grotta di San Bonaventura dove il piccolo Giovanni di Fidanza viene guarito da San Francesco d'Assisi che, dopo il miracolo, pronuncia le parole "Bona Ventura": per questo il giovane, quando diventerà francescano, adottò il nome di Bonaventura.
Prima di lasciare Civita di Bagnoregio fermati in uno dei caratteristici ristorantini del borgo e gusta la cucina tipica del territorio tra i piciarelli al tartufo nero, i maccheroni con le noci e i famosi torciglioni a base di miele e frutta secca, un tempo cibo da signori.