Cesarò si trova nel tratto più suggestivo della dorsale dei Nebrodi, comprendente la vetta più alta della catena, Monte Soro, e i laghi Biviere e Maullazzo. L'origine del nome di Cesarò è incerta, ma la maggior parte dei filologi spiega la sua etimologia con la parola araba "kaer", cioè "luogo fortificato", che sarebbe poi evoluta in Kasr, Kasròn e quindi in Cesarò.
Le prime notizie certe della sua esistenza risalgono solamente agli inizi del XVII secolo. Anche se il piccolo nucleo urbano indubbiamente esisteva da prima del XIII secolo, essendo stato in origine una probabile fortificazione araba, risalgono a questo periodo i primi nomi di baroni e duchi che ressero l'omonimo Comune feudale, comprendente i territori circostanti, nomi tutti legati alla dinastia dei Colonna Romano, introdotta in Sicilia durante il regno di Federico II di Svevia. Tra i membri di tale casato, Mons. Giovanni, arcivescovo di Messina (1255), Cristoforo, medico di fiducia del re Federico II d'Aragona e Stratigoto di Messina (1320 - 1328), Tommaso suo figlio (1420) e molti altri, per un totale di 14 successioni signorili feudali, fino al XVIII secolo. Nel 1768 è nota l'istituzione di un Monte Frumentario a Cesarò, quale supporto per gli agricoltori poveri del borgo.
Cesarò annovera tra i suoi edifici il Palazzo Zito, un tempo residenza dell'omonima famiglia e oggi casa museo. Contiene ancora affreschi, arredi e pavimenti originali. È l'unico palazzo di notevole dimensioni ubicato in paese.
L'attività contadina dei paesi dell'isola è alla base della tradizione gastronomica. Anche a Cesarò, come in tanti piccoli centri montani, la cucina fa uso di pochi ingredienti facilmente reperibili, cucinati in modo semplice ma spesso arricchiti da aromi e spezie per esaltarne il sapore. La pasta preparata in casa, "i maccheroni" ,nei giorni di festa, è condita con sugo di pomodoro e carne di maiale o di castrato e spolverata con ricotta salata grattugiata.
La ricotta è che uno dei tanti prodotti tipici caseari cesaresi ed insieme a provole, tuma, canestrato e pecorini rappresenta la massima espressione dell'attività tradizionale di trasformazione del latte.
Le carni bovine, ovine e suine, sono semplicemente arrostite alla brace e aromatizzate con aglio, origano, limone.
Famose le verdure come gli asparagi selvatici che conservano il sapore dei boschi e dei prati. Anche il pane ancora oggi preparato in casa col lievito naturale e cotto nel forno a legna da sapienti mani, ha il sapore della tradizione.
Più fantasiosi ed elaborati sono i dolci cui ingredienti sono mandorle, nocciole e pistacchi. Tra i dolci tipici, ricordiamo quelli del periodo pasquale.