Castello di Fiemme è un tipico villaggio fiemmese di antica costruzione (III sec. d.c.) raccolto in un'ampia e soleggiata conca prativa. Il clima è asciutto e salubre: la zona registra la minor quantità di precipitazioni annue di tutta la valle. Il nome Castello di Fiemme deriva dall'antico maniero posto sul colle roccioso dell’abitato. Nel 1296 il castello fu saccheggiato e dato alle fiamme dagli abitanti della valle perché rappresentava un simbolo di oppressione. Ora vi sorge la chiesa parrocchiale ottocentesca di San Giorgio.
Nel corso dell'Alto Medioevo a Castello si delinearono due entità politico-amministrative: la "Degania" formata da gruppi familiari costituiti o influenzati da elementi di ceppo germanico e la "Villa" formata dai gruppi familiari autoctoni. L'organizzazione della "Degania" che comprendeva anche gli insediamenti di Capriana, Valfloriana, Stramentizzo e le "Case arimanne", sparse qua e là nella Valle di Fiemme gradualmente si trasformò in "Giurisdizione" o "Contea di Castello". Invece la "Villa di Castello" aderì alla Magnifica Comunità Generale di Fiemme a tutti gli effetti, politici e civili.
Ora vi sorge la chiesa parrocchiale ottocentesca di S. Giorgio. A Castello, sono da ammirare quattro edifici medioevali noti come “case romane”. Dalle stradine del paese si affacciano anche vecchie case rustico-signorili, massicce con scale lignee esterne e affreschi sacri. Nei dintorni è da visitare il Doss Zelòr, sede di un castelliere preistorico, dove sono stati rinvenuti vasi fittili dell’epoca del Bronzo e oggetti della seconda Età del Ferro. Castello, come le altre località in fondovalle, è un punto privilegiato di accesso alla pista ciclabile delle Dolomiti.
Molina di Fiemme invece è disteso lungo il torrente Avisio all’imbocco della Val Cadino. Se il nucleo storico di Castello può vantare origini antiche, quello Molina è invece relativamente recente, sorto ed ingranditosi intorno a due antichi mulini, detti del "Giaco Maros" e del "Ziperian", che si trovavano sul rio Predaia e nei quali si macinava il grano coltivato nella piana di Castello. A partire dal XVIII secolo l'abitato di Molina si ingrandì progressivamente, grazie all'avvento della società industriale e al conseguente forte sviluppo che ebbero tutti i settori artigianali legati alla lavorazione del legno e della creta, che prosperarono a Molina grazie all'abbondanza di energia idrica del torrente Avisio, del rio Cadino e del rio Predaia. In brevissimo tempo a Molina aumentarono gli insediamenti di famiglie provenienti da tutti i centri della valle di Fiemme e dalle valli vicine, tanto che all'inizio del nostro secolo, Molina insieme a Predaia e Stramentizzo, arrivò ad avere un numero di abitanti superiore alla sede municipale di Castello.
Le costruzioni del borgo sono caratterizzate dallo stile fiemmese. Un’altra particolarità è data dai tetti ricoperti da tavolette a squame di ceramica, prodotti nelle fornaci della zona. La chiesa parrocchiale invece sorge nella parte alta del paese. Fu costruita nel 1852 ed è stata consacrata a S. Antonio da Padova. Molina offre all’ospite diverse attività nella natura, in inverno per lo sci di fondo, grazie alla pista della Marcialonga, e in estate nella miriade di sentieri e percorsi escursionistici. Molina é anche il punto di partenza della Pista ciclabile delle Dolomiti. Il suo parco acrobatico per il tarzaning attrae giovani e famiglie. Salendo verso la Val Cadino tra le vette del Lagorai, si arriva al famoso Passo Manghen (2.047 m.) che collega le valli dell’Avisio alla Valsugana.