Tra le vette dell’Alto Molise, al confine con l’Abruzzo, sorge Castel del Giudice, un suggestivo borgo medievale a 800 metri di altitudine, immerso in un paesaggio incontaminato di boschi, pascoli e meleti. Adagiato lungo le sponde del fiume Sangro, questo piccolo centro è l’esempio perfetto di come una comunità possa reinventarsi, trasformando le sfide dell’abbandono in opportunità di rinascita.
Un borgo tra natura e storia
Castel del Giudice ha origini antiche, probabilmente medievali, anche se molti documenti sono andati perduti nel tempo. Il suo nome, che richiama l’antico “Castrum Judicis”, evoca l’idea di un castello con funzioni giurisdizionali.
La posizione strategica lungo il tratturo Castel del Giudice - Sprondasino lo ha reso storicamente luogo di sosta per la transumanza. Il borgo visse un momento di splendore tra il Trecento e il Quattrocento sotto il capitano Giacomo Caldora, figura storica di rilievo nel panorama militare del Regno di Napoli.
Il riscatto di un territorio
Negli ultimi decenni, Castel del Giudice è stato protagonista di un ambizioso e virtuoso progetto di rigenerazione urbana, economica e sociale. Dopo anni di spopolamento e abbandono, gli abitanti e l’amministrazione hanno scelto di puntare, tra le altre iniziative, sull’agricoltura biologica e sull’ospitalità diffusa, dando vita a nuove forme di economia locale. Ne è esempio Borgotufi, nato dal recupero di antichi casali e stalle abbandonate, trasformati in un elegante albergo diffuso con due ristorante, SPA, piscina esterna e centro convegni. Un borgo nel borgo, che oggi rappresenta l’emblema della rinascita locale.
Agricoltura biologica e sostenibilità
Il paesaggio attorno a Castel del Giudice è punteggiato da meleti biologici, impiantati su terreni una volta incolti.
È stato il Comune e alcuni imprenditori della zona, in collaborazione con circa 50 proprietari dei terreni, a volere il recupero delle terre in cui nascono mele Golden Lasa, Golden Delicious, Golden Orange, Gala Sansa, Gala Galaxi, Fuji kuku, RedChief, Renette.
Adiacente alla sede della Melise, il birrificio agricolo Malto Lento, la prima birra agricola dell’Alto Molise, prodotta con l’orzo coltivato a Castel del Giudice. Si può visitare anche il Giardino delle Mele Antiche dove sono state recuperati frutti autoctoni, come la mela Limoncella, la mela Zitella la mela Gelata, ed altre, fino ad arrivare a 60 tipologie diverse. Questo approccio ha permesso al borgo di entrare nella rete delle Città del Bio.
Tra le iniziative più significative anche l’Apiario di Comunità, nato in collaborazione con Legambiente e VOLAPE, che coinvolge oltre 30 apicoltori dell’area tra Molise e Abruzzo. I loro alveari producono un miele millefiori che riflette la biodiversità locale, sostenendo allo stesso tempo l’agricoltura e la tutela ambientale.
Cosa vedere
Passeggiando tra le vie silenziose del borgo, si scoprono angoli suggestivi e architetture di pregio. La Chiesa di San Nicola, in stile barocco, è una delle principali testimonianze storiche. Da visitare anche la Chiesa dell’Immacolata, ricostruita dopo il secondo conflitto mondiale, la Cappella di Sant’Antonio e il Santuario della Madonna in Saletta, immerso in un bosco di pini e abeti, meta di pellegrinaggi e luogo di grande fascino spirituale.
Natura da vivere
Il territorio che circonda Castel del Giudice è un paradiso per gli amanti delle attività outdoor: escursioni a piedi, in mountain bike e in e-bike, lungo sentieri panoramici o verso la Sorgente dell'Acqua Sulfurea , i boschi di faggio e cerro, le mulattiere storiche. Nei mesi estivi, il centro rafting sul fiume Sangro è perfetto per rilassanti navigazioni in gommone o canoa.
La posizione del borgo consente di raggiungere facilmente alcune delle più note località montane e sciistiche dell’Appennino, come Capracotta, Castel di Sangro, Roccaraso, Pietrabbondante, nonché il Parco della Majella e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Tradizioni, gusto e accoglienza
Castel del Giudice è anche un borgo dal cuore autentico e accogliente. Durante l’anno si susseguono eventi e sagre che animano le sue vie, come il Fuoco di Sant’Antonio (17 gennaio), la Maggiolata (1° maggio), la Sagra del salame e della pallotta (agosto), la Festa della Mela (secondo weekend di ottobre), e il CastelDelGiudice Buskers Festival (dopo Ferragosto), rassegna internazionale e multiculturale dell’arte di strada.
La tradizione gastronomica affonda le radici nella cultura pastorale e contadina. Tra i piatti tipici spiccano le pallotte cacio e ova, l’agnello impanato, la polenta, la pasta con sugo di carne d’agnello, il pancotto con patate, e tante altre ricette a base di funghi, tartufi, salumi e formaggi locali. Prodotti genuini che raccontano il territorio attraverso il gusto.
Un modello da imitare
Oggi Castel del Giudice è più di un borgo: è un laboratorio di sviluppo sostenibile, un esempio di come le aree interne italiane possano tornare a vivere, puntando su comunità, natura, cultura e innovazione. Con piani strategici come il Piano di Rigenerazione Urbana e il progetto “Castel del Giudice Centro di (Ri)Generazione dell’Appennino, il comune ha saputo costruire un sistema in cui ambiente, economia e persone convivono in armonia.
Tutti sono protagonisti in questo modello: residenti, famiglie, imprenditori, giovani e persino nuovi abitanti stranieri, coinvolti attivamente in una rete multidisciplinare e inclusiva, dove il contributo di ciascuno è valorizzato. Castel del Giudice è oggi un luogo che ispira, accoglie e dimostra che un futuro nei borghi è possibile, se costruito insieme.