Il borgo di Carloforte si sviluppa in un affascinante labirinto di vicoli, scalinate ripide e piazzette che si arrampicano verso la parte alta del paese. Passeggiando tra le vie strette, sembra di entrare in un altro tempo, dove ogni angolo racconta la storia di un popolo di mare, legato a una terra che, pur lontana dalle altre coste italiane, è oggi un punto di incontro per culture diverse. La musicalità del dialetto carlofortino è uno degli aspetti più affascinanti di questa comunità. Non si sente solo l'eco di un passato ligure, ma anche una sintesi di influenze arabe e sarde, che rendono la lingua locale ancora più speciale e unica.
La città, pur non essendo molto grande, è ricca di storia e di monumenti che parlano di epoche difficili, ma anche di grande resilienza. Uno dei luoghi simbolo del borgo è la cinta muraria che ancora oggi si staglia nella parte alta di Carloforte, un segno tangibile delle difese costruite dai suoi abitanti contro le incursioni dei corsari barbareschi e le minacce provenienti dalla Francia nel XIX secolo. La fortificazione, che risale al 1806, include diversi bastioni e fortini, tra cui i più noti sono il Santa Cristina, il Santa Teresa e il Beatrice. La porta del Leone, ornata con una protome leonina, è un altro dei segni distintivi che testimoniano la determinazione degli abitanti a proteggere la propria terra.
Un altro simbolo della città è la statua di Carlo Emanuele III, eretta nel 1786 sul lungomare per celebrare il re di Sardegna che concesse ai tabarchini il permesso di colonizzare l'Isola di San Pietro. Questa statua, che oggi sembra quasi dimenticata dalla frenesia del quotidiano, conserva una certa aura di rispetto e riconoscenza, anche se la storia legata ad essa non è priva di episodi dolorosi. Durante l'occupazione francese dell'isola, infatti, la statua fu nascosta e danneggiata, ma nonostante ciò, il popolo carlofortino ha sempre conservato un legame profondo con la figura del re e con le sue origini. La menomazione del monumento, che ha visto l'amputazione di un braccio, è ora un simbolo del passaggio del tempo e delle lotte sostenute dalla comunità.
La chiesa di San Carlo Borromeo, situata ai piedi della statua del re, è un altro punto focale della città. La sua facciata, che mescola gli stili neoclassico e barocco, ospita al suo interno numerose opere d'arte di grande valore, come la statua di San Carlo e la Pietà, e una pietra proveniente dalla chiesa di Tabarka, che rende omaggio alle radici liguri dei carlofortini. La chiesa è un luogo di culto ma anche di memoria storica, dove ogni pietra racconta una parte della lunga e tormentata storia del borgo.
Il paesaggio di Carloforte è altrettanto affascinante, con una vista spettacolare sul mare cristallino che circonda l'isola. L'isola di San Pietro è una terra selvaggia, ma al tempo stesso ricca di bellezze naturali, con le sue scogliere e le acque che sfumano dal blu profondo al verde smeraldo. La pesca è da sempre una delle principali risorse economiche del borgo, e anche oggi, tra le tradizioni più sentite, c'è quella legata alla pesca del tonno, che viene celebrata ogni anno con una storica tonnara. Le tradizioni marittime si intrecciano con la vita quotidiana, dando al borgo un'atmosfera unica.
Carloforte è un esempio di come una piccola comunità possa mantenere intatto il legame con le proprie radici, pur evolvendosi nel tempo. Oggi, accoglie visitatori da ogni parte del mondo, che arrivano per scoprire la bellezza naturale dell'isola, la ricca storia e le tradizioni di un popolo di mare. La città è anche un luogo di gemellaggio con Pegli, in Liguria, e i legami con la riviera ligure sono ancora molto forti. Le tradizioni culinarie, l'arte, la musica e la cultura carlofortina continuano a mantenere vive le connessioni con la sua terra d'origine, offrendo a chi visita il borgo un'esperienza che va oltre la semplice scoperta turistica, ma che diventa un incontro con un pezzo di storia e di identità mediterranea.