Ayas occupa la parte alta della valle omonima ai piedi delle grandi vette appartenenti alle Alpi Pennine, che segnano il confine italo-svizzero, in Valle d'Aosta.
Il toponimo latino è Agatius, che sembrerebbe essere il nome del primo colono romano. si pensa che Ayas fosse popolata inizialmente dai Salassi. Questi si dedicarono all'agricoltura, all'allevamento, alla caccia e alla pesca fino alla conquista dei Romani (intorno al 25 a.C.). La Val d'Ayas divenne un'importante via di passaggio verso gli altri territori dell'Impero. In seguito questo suo ruolo si consolidò e i rapporti con il Vallese aumentarono. Da questo momento Ayas cominciò ad essere chiamato Krämertal, la valle dei mercanti. Verso il 515, il territorio di Ayas divenne parte del feudo controllato dai monaci di San Maurizio, di origine Burgunda, che risiedevano nell'abbazia di Saint-Maurice d'Agaune (in Vallese). Questa popolazione impose ai contadini di Ayas il cristianesimo, al quale erano stati fino ad allora estranei.
È in questo periodo che furono costruite le prime chiese e le strade che collegavano i villaggi si intensificarono. In seguito il controllo della Chiesa su Ayas si rafforzò, fino a che il Papa con la bolla del 1776 non diede al Vescovo di Aosta Aimone di Quart tutto il controllo della vallata. A questa data risale la prima testimonianza certa di Ayas. Contemporaneamente all'arrivo dei Burgundi, un flusso migratorio di popolazioni walser, di origine germanica, interessò la vallata, in particolare Saint-Jacques, localmente chiamato Canton des Allemands ("Cantone dei tedeschi"). Un secondo flusso si ebbe nel XII secolo. Questo cambiamento lasciò tracce nell'architettura, simile a quella del Vallese e dell'alta valle del Lys, e nella lingua, in quanto il patois dell'alta val d'Ayas presenta una fonetica e un lessico molto particolare rispetto agli altri patois valdostani.
Verso il 1200 le terre della famiglia di Graines, che controllava allora Ayas, furono vendute alla famiglia di Challant, visconti di Aosta. Così buona parte della val d'Ayas divenne possedimento della potente famiglia Challant. La vallata prese allora il nome di Vallée de Challant-Ayas. Tuttavia non fu solo questa potente famiglia feudataria a controllare la valle, ma anche l'abbazia di Saint-Maurice d'Augaune, che aveva l'alta sovranità sulle terre. La famiglia Challant governò sulla Val d'Ayas fino al XVIII secolo, quando i suoi appartenenti, oramai deboli, ne perdettero il controllo. In seguito la valle divenne parte del Ducato di Aosta e fu organizzata dalla chiesa, che possedeva varie parrocchie lungo tutta la valle. Come tutti gli altri comuni della Valle d'Aosta, anche Ayas fu colpito da flussi emigratori alla fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo. I principali paesi verso cui si diressero gli Ayassins sono la Francia e la Svizzera.
La Val d'Ayas è stata, nel corso della sua storia, molto influenzata dalla Chiesa. Per questo si contano più di venti edifici religiosi, tra chiese, cappelle, santuari, grotte e tabernacoli, tutti affrescati e legati a qualche particolare artistico. Inoltre i fedeli di Ayas hanno fatto affrescare alcune case quindi non è raro che passeggiando ci si imbatta in affreschi con rappresentazioni della Madonna, di Gesù, di santi e della Sacra Famiglia. Per quanto riguarda invece l'architettura popolare, la costruzione popolare per eccellenza è il rascard (di origine walser). I materiali predominanti sono la pietra e il legno, materiali di cui il territorio è ricco. Questi sono uniti in forme semplici, ma eleganti, che formano la casa popolare di Ayas, che fungeva sia da abitazione sia da stalla e fienile. Essa è caratterizzata dalla presenza di due o più piani. Quello inferiore è solitamente in pietra, diviso da quello superiore in legno tramite l'elemento architettonico del fungo (che serviva per impedire ai ratti di salire al piano abitato ). Il tetto, con uno scheletro composto da tronchi d'albero, è ricoperto dalle lose, pietre piatte tipiche del paesaggio walser. In queste costruzioni ci sono molti elementi artistici caratteristici e variabili, come le rifiniture in legno, le porte ad arco a tutto sesto, le grate alle finestre. Tuttavia non c'è uno stile unico, poiché la fantasia contadina ha dato per secoli costruzioni del tutto uniche.
L'arte del lavoro del legno dei sabotiers d'Ayas è rinomata per la fabbricazione dei Sabot (tipiche calzature in legno), chiamati in patois locale tsôques. Sono molte le leggende popolari che si raccontano sui villaggi e su alcuni luoghi, come la cappella di Salus, che racconta la nascita dell'omonima cappella, o l'eremo di Résy.